{"id":15509,"date":"2010-09-27T17:32:04","date_gmt":"2010-09-27T16:32:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/?p=15509"},"modified":"2015-12-21T11:32:27","modified_gmt":"2015-12-21T10:32:27","slug":"motivazione-7-regole-doro-per-motivare-i-propri-collaboratori-ai-tempi-della-flessibilita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/motivazione-7-regole-doro-per-motivare-i-propri-collaboratori-ai-tempi-della-flessibilita\/","title":{"rendered":"Motivazione ? 7 regole per motivare i propri collaboratori ai tempi della flessibilit\u00e0"},"content":{"rendered":"
\n
<\/p>\n
Uno dei temi pi\u00f9 trattati dalla psicologia \u00e8 la motivazione<\/strong><\/em>. Questo tema sta assumendo, oggi, un peso sempre pi\u00f9 rilevante nella formazione e nella gestione delle risorse umane, e la sua importanza cresce sempre pi\u00f9 in funzione dell\u2019accelerarsi del processo di terziarizzazione dell\u2019economia italiana.<\/p>\n Premetto che di solito evito di parlare di trucchi, segreti o regolette, quando si parla di tematiche legate alla personalit\u00e0 ma, in questa occasione mi sembrava utile stabilire dei punti chiave sui quali focalizzare la tua attenzione . Per questo ho deciso di pubblicare queste riflessioni sotto forma di sette regole.<\/p>\n In questo post il tema della motivazione<\/span> non viene affrontato dal punto di vista del comportamento individuale cio\u00e8 \u201ccos\u2019\u00e8 che ci motiva al lavoro<\/em>\u201d ma dal punto di vista di chi deve gestire una squadra quindi \u201ccome fare a motivare la propria squadra di lavoro a dare il massimo?<\/em>\u201d<\/span> in un periodo di incertezza<\/span> come quello in cui oggi viviamo, e a superare la dicotomia tra obiettivi personali e obiettivi dell\u2019azienda.<\/p>\n Su un mercato del lavoro, sempre pi\u00f9 competitivo e flessibile, cos\u00ec come quello che si \u00e8 strutturato in questi ultimi anni, la motivazione dei propri collaboratori \u00e8 diventata una variabile strategica per l\u2019impresa<\/span><\/strong>, in quanto pu\u00f2 fare realmente la differenza fra raggiungere o mancare gli obiettivi di performance prestabiliti. Le persone oggi possono determinare il successo o l\u2019insuccesso di ogni organizzazione e possono, inoltre, essere una notevole fonte di vantaggio competitivo.<\/p>\n In questo tempo alle aziende italiane viene chiesto molto di pi\u00f9 che produrre semplici prodotti fisici standardizzati. Oggi si chiede di essere flessibili, offrire servizi, rispondere ai bisogni sempre nuovi della clientela, ridurre i costi, aumentare le opportunit\u00e0, migliorare l\u2019esperienza d\u2019uso etc etc.<\/p>\n Di conseguenza anche al lavoratore oggi non \u00e8 chiesto pi\u00f9 soltanto di eseguire semplici e ripetitivi compiti manuali ma, di approcciare quello che fa con intelligenza creativit\u00e0, dedizione,. e questo tipo di richieste vengono formulate a tutti i livelli. Non c\u2019\u00e8 quasi nessuna qualifica professionale che sia esonerata da questo generale aumento delle aspettative. In altre parole oggi, tutti i lavoratori devono fare molto di pi\u00f9, di quello che facevano un tempo ma, con minori risorse. L\u2019esperienza quotidiana tuttavia, ci fa notare che nella realt\u00e0 esistono diverse tipologie di lavoratori. Ci sono degli individui che nello svolgere le proprie mansioni si applicano il minimo indispensabile, arrivano spesso tardi in ufficio, non rispettano le scadenze e riescono raramente a portare a termine i propri compiti e trovano sempre molte giustificazioni ai propri fallimenti. All\u2019opposto ci sono poi persone che, in tutti i progetti si applichino e cercano di dare il massimo, lavorano tanto, spesso trattenendosi in ufficio oltre l\u2019orario di lavoro e accolgono i nuovi incarichi con entusiasmo, sono ambiziosi, e mossi da una spinta a fare sempre meglio. Ci sono, infine, gli individui che mercanteggiano in continuazione, ad ogni nuovo incarico cercano di capire cosa possono guadagnare di pi\u00f9 in termini di tempo e di danaro, che rimandano continuamente le scadenze perch\u00e9 cercano di accaparrarsi quanti pi\u00f9 lavori possibili. La motivazione \u00e8 quello che fa realmente la differenza tra tutti questi tipi di lavoratori.<\/span><\/p>\n Essa pu\u00f2 essere definita come ci\u00f2 che spiega l’inizio, la direzione, l’intensit\u00e0 e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo (De Beni e Mo\u00e8, 2000). Il termine MOTIVAZIONE<\/strong>\u00a0deriva letteralmente da Motivo-azione, cio\u00e8 il \u201cMotivo<\/span>\u201d che ci spinge a compiere una determinata \u201cAzione<\/span>\u201d. In altre parole \u00e8 l\u2019insieme degli scopi che spingono una persona ad agire e a mettere in atto un comportamento in direzione degli obiettivi da raggiungere.<\/p>\n Per molto tempo si \u00e8 creduto anche erroneamente che per ottenere il massimo da un collaboratore bastasse condizionare l’elargizione di premi <\/strong>o eventuali punizioni <\/strong>alla qualit\u00e0 dei risultati prodotti<\/strong>. E cos\u00ec per anni si sono organizzate le politiche motivazionali attraverso strumenti quali stipendio (Valore materiale) e Carriera (riconoscimento sociale all\u2019interno dell\u2019organizzazione ).<\/p>\n Effettivamente, l’abilit\u00e0 di riconoscere queste leve pu\u00f2 consentire all\u2019imprenditore accorto di attivare, talvolta, risorse insperate nel proprio collaboratore. Tuttavia, al giorno d\u2019oggi sempre pi\u00f9 spesso questo non \u00e8 sufficiente ad assicurare l’assiduit\u00e0 e la continuit\u00e0, negli anni, del livello di prestazione desiderato.<\/p>\n In primis<\/em> la motivazione<\/span><\/em> \u00e8 un fattore essenzialmente soggettivo<\/span>: ognuno di noi \u00e8 motivato da fattori differenti. Essere motivati al lavoro significa svegliarsi felici per l\u2019inizio di una nuova giornata lavorativa, non sentirsi stanchi ed essere sempre alla ricerca di nuovi traguardi.<\/p>\n Alcune persone sono pi\u00f9 attratte dal denaro, altri dalla sensazione di essere considerati i migliori, di essere riconosciuti nel proprio ruoli altri ancora dalla sfida materiale con gli avversari, altri dall\u2019opportunit\u00e0 di esprimere la propria creativit\u00e0. <\/p>\n <\/a><\/p>\n La questione che vorrei porre in questo articolo non \u00e8 tanto quella di spiegare \u201ccosa motiva le persone al lavoro<\/em>\u201d (di cui tra l\u2019altro internet \u00e8 piena di post con rispettive risposte) quanto piuttosto quella di offrire una piccola risposta alla domanda :<\/p>\n \u201ccome allineare gli obiettivi del lavoratore agli obiettivi dell\u2019organizzazione<\/strong><\/em>?\u201c<\/p>\n Spesso la mancanza di motivazione non \u00e8 legata alle politiche degli incentivi<\/span> (\u201cfaccio un lavoro che mi da lo stipendio migliore<\/em>\u201d) e nemmeno alle caratteristiche specifiche del ruolo professionale di un singolo lavoratore (\u201cfaccio un lavoro che mi piace con il quale esprimo me stesso<\/em>\u201d) quanto piuttosto ad alla percezione di una dicotomia, una contrapposizione tra gli obiettivi dell\u2019azienda e gli obiettivi del lavoratore (\u201cmi conviene legare il mio futuro professionale a questa squadra<\/em>\u201d).<\/p>\n Del resto viviamo un periodo di incertezza sul mercato, \u00e8 facile che si manifesti nel lavoratore il dubbio sull\u2019affidabilit\u00e0 nel medio e nel lungo termine dell\u2019azienda con la quale collabora. Molti studiosi di organizzazione negli anni ottanta gi\u00e0 avevano notato che i dipendenti delle aziende non competevano tra loro per lo stipendio migliore ma per il \u201cPosto\u201d cio\u00e8 per il ruolo professionale nel quale erano coinvolti. Il \u201cPosto\u201d influiva nel medio termine sulle prospettive di carriera svolte anche in contesti professionali differenti. Quindi un lavoratore che diventava assistente al direttore del personale nell\u2019azienda X.spa poteva ambire a diventare anche direttore del personale presso l\u2019azienda Y.spa rivendendosi il \u201ctitolo del ruolo professionale<\/em><\/strong>\u201d che aveva svolto. Quindi, negli anni \u201970 e \u201980 era diffusa la convinzione che lavorare in grandi strutture in ruoli particolari del management garantisse il successo professionale perpetuo.<\/p>\n Il \u201cpercorso di carriera<\/strong>\u201d era lo strumento principale sul quale fare leva per stimolare la motivazione nel personale. Ma oggi quante sono le aziende che riescono ad operare nello stesso modo?<\/p>\n Ben poche direi! anzi nessuna. Non c\u2019\u00e8 nessuna azienda che garantisce un percorso lineare e progressivo di crescita. C\u2019\u00e8 da dire di pi\u00f9! Negli ultimi anni sono sempre di pi\u00f9 quelle aziende che hanno dimostrato di non essere capaci nemmeno di garantire una continuit\u00e0 lavorativa. Non sono poche le aziende che con la crisi hanno espulso personale anche a livello manageriale. Nel 2009 si \u00e8 stimato che oltre 10.000 quadri e dirigenti hanno perso il proprio posto di lavoro nella sola Lombardia.<\/p>\n La domande che oggi si pongono sempre pi\u00f9 spesso i lavoratori sono e che influiscono sul livello di motivazione sono :<\/p>\n Questa \u00e8 la dicotomia a cui faccio riferimento, una contrapposizione di obiettivi tra lavoratore e azienda. Mentre l\u2019azienda cerca di produrre risultati un po\u2019 per tutti i soggetti coinvolti e interessati il lavoratore pensa a salvare se stesso. Ripeto questa contrapposizione prima era risolta con una serie di strumenti (la carriera, i benefit, i posti e gli stipendi) che oggi sembrano essere inefficaci proprio a causa dell\u2019incertezza del mercato. Molti manager, sbagliando rispondono a questa ansia proponendosi come immuni dal problema :\u201cnon ti preoccupare questo posto e sicuro siamo una grande azienda, noi facciamo 5.000 (10.000, 100.000 dipendenti)<\/em>\u201d ma, a mio personale giudizio queste sono risposte vecchie che hanno fatto il loro tempo.<\/p>\n E\u2019 sotto gli occhi di tutti come grandi molte grandi aziende continuino a espellere personale. C\u2019\u00e8 bisogno di risposte nuove a domande nuove.<\/p>\n Per un manager, quindi, oggi diventa molto importante sviluppare la capacit\u00e0 di comunicare al collaboratore che si \u00e8 tutti dalla stessa parte<\/span> e che quella esperienza lavorativa sar\u00e0 comunque funzionale alla crescita professionale e personale dell\u2019individuo.<\/p>\n L\u2019ansia del collaboratore nei confronti dell\u2019incertezza nel futuro pu\u00f2 essere curata soltanto comunicando due cose: spirito di squadra e crescita personale:<\/p>\n Per un manager, quindi, diventa molto importante conoscere alcuni aspetti del comportamento umano, e sviluppare una buona comunicazione in termini motivazionali. Ecco quindi una serie di sette regole \/abilit\u00e0 che devono essere sviluppate da parte di un manager per motivare il proprio gruppo, e per far sentire partecipe il lavoratore della stessa avventura.<\/p>\n <\/p>\n Il Feedback \u00e8 il processo attraverso il quale si forniscono informazioni di ritorno derivanti dal un comportamento o una azione. Sei stato in libreria negli ultimi dieci anni? Hai notato quanti sono i libri scritti dai cosiddetti \u201cVeri guru\u201d? Il guru del marketing, il guru dello sviluppo personale, il guru del web marketing, del neuromarketing, del self brand, della finanza e chi pi\u00f9 ne ha pi\u00f9 ne metta. Viviamo il periodo del GURU-ISMO . Sai perch\u00e9? <\/p>\n <\/p>\n <\/a>I grandi leader hanno tutti la stessa abitudine: dicono la verit\u00e0 senza esitare, a differenza di altri manager. La verit\u00e0 del resto \u00e8 difficile da nascondere. Chiunque ha studiato un po di comunicazione o un po\u2019 di PNL da bene che le bugie non sfuggono ad un osservatore attento. Se nascondi qualcosa ai tuoi collaboratori prima o poi si accorgeranno che non sei sincero e penseranno al peggio. Se ne accorgeranno dall\u2019espressione del tuo viso, da come cammini da come stai seduto sulla sedia e da tantissimi altri piccoli elementi di comunicazione non verbale. Meglio \u00e8 comunicare sempre le informazioni anche quando sono negative. Poi semmai si cerca di enfatizzarne gli aspetti positivi. Ricorda sempre che il tempo che dedichi ad aiutare un collaboratore produttivo aumenta la produzione del tuo team in misura maggiore rispetto al tempo che passi con un improduttivo. Comunica consapevolmente. Sii conscio dell’effetto delle tue parole. 6. L\u2019importanza del linguaggio Le parole significano cose; le parole che formano pensieri e creano cose. Le parole danno inizio alle cose: cambia un’unica parola in quello che stai dicendo e potrai terrorizzare un bambino. Una parola spaventosa pu\u00f2 far piangere e tremare un bambino. Usane un’altra e il bambino torner\u00e0 felice. Le parole comunicano scenari, energia, emozioni, possibilit\u00e0 e paure.<\/p>\n Un debito a seguito di un investimento che non sta dando immediatamente i risultati sperati pu\u00f2 essere comunicato in due modi : \u201csiamo rovinati, siamo pieni di debiti<\/em>, non c\u2019\u00e8 un soldo<\/em>\u201d oppure \u201cstringiamo i denti per essere realmente tutti pi\u00f9 forti e ottenere quello che ci eravamo prefissati<\/em>\u201d. La leadership si basa sulla volont\u00e0 personale e interiore. \u00c8 vivere una vita incentrata sulla chiarezza dello scopo. Il vittimismo non \u00e8 basato sulla volont\u00e0, ma sul percepire se stessi come vittime delle circostanze e delle opinioni altrui. La vittima \u00e8 sempre ossessionata da quello che pensano gli altri. 7. Occhi aperti e non smettere mai di imparare !<\/strong> In questo articolo abbiamo affrontato e discusso la questione della motivazione del personale da un punto di vista diverso dal solito. Ci siamo posti la domanda \u201ccome superare la contrapposizione tra gli obiettivi del lavoratore e obiettivi dell\u2019azienda. Molto spesso il management aziendale continua a dare risposte datate a problemi nuovi come quello dell\u2019incertezza del mercato del lavoro.<\/p>\n I due elementi per generare opportuna motivazione nei propri collaboratori abbiamo visto essere la costruzione di uno spirito di squadra e l\u2019attenzione alla crescita personale del lavoratore attraverso una comunicazione corretta da parte del management. <\/p>\n ASPETTA UN ATTIMO <\/strong><\/p>\n la tua opinione per me \u00e8 importante Dammi un feedback ! Tu cosa ne pensi di queste considerazioni ? <\/strong><\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n .<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Uno dei temi pi\u00f9 trattati dalla psicologia \u00e8 la motivazione. Questo tema sta assumendo, oggi, un peso sempre pi\u00f9 rilevante nella formazione e nella gestione delle risorse umane, e la sua importanza cresce sempre pi\u00f9 in funzione dell\u2019accelerarsi del processo di terziarizzazione dell\u2019economia italiana. 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\nIl sogno di ogni imprenditore, e di ogni coordinatore di risorse umane, \u00e8 quello di trovare collaboratori auto-motivati che lavorino coscienziosamente, con assiduit\u00e0, che desiderano esprimere al meglio il proprio potenziale nel contesto organizzato al quale appartengono.<\/p>\nMa cos’\u00e8, esattamente, la motivazione?<\/h3>\n
\nInoltre non sempre gli obiettivi del lavoratore coincidono con gli obiettivi del gruppo. O meglio spesso il lavoratore percepisce una dicotomia una contrapposizione tra i propri obiettivi personale e gli obiettivi dell\u2019azienda nel suo complesso. (Definizione di\u00a0Motivazione<\/a>\u00a0secondo Wikipedia)<\/p>\nIl problema della motivazione \u00e8 questione di obiettivi!
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Le sette regole<\/h3>\n
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1. Dare sempre un feedback<\/strong><\/h3>\n
\nGli esseri umani desiderano ardentemente avere un riscontro alle loro azioni. \u00c8 una caratteristica innata nel genere umano. Ogni genitore lo sa se di prova a ignorare un bambino di tre anni questo cercher\u00e0 di ottenere attenzione in molti modi differenti, ma se si continuer\u00e0 a trascurarlo, presto si metter\u00e0 a piangere o romper\u00e0 qualcosa, perch\u00e9 qualsiasi tipo di feedback, anche quello negativo, \u00e8 meglio dell’assenza totale di feedback. L\u2019assenza totale di feedback porta all\u2019apatia. Un bambino che quando piange non riceve alcuna risposta presto smetter\u00e0 di piangere e lentamente si intristir\u00e0 sempre di pi\u00f9 perdendo la voglia di fare qualunque cosa, anche di giocare e anche di mangiare. \u00c8 stato dimostrato che i bambini quando continuamente ignorati smettono di nutrirsi.
\nAlcuni pensano che questo principio si applichi soltanto ai bambini, ma in realt\u00e0 vale ancor di pi\u00f9 per gli adulti.
\nI tuoi collaboratori non sono diversi. Se tronchi il feedback, le loro menti ne elaboreranno uno personale, spesso basato sulle loro peggiori, ansie, paure e angoscie ; e cos\u00ec inizieranno a fantasticare \u201cnon mi ha detto nulla perch\u00e8 ce l\u2019ha con me\u201d <\/em>o peggio \u201cnon ci dice niente perch\u00e9 siamo in crisi gi\u00e0 sta pensando a come mandarci a casa<\/em>\u201d .
\nInoltre considera che gli esseri umani bramano un feedback reale basato su dati concreti, non semplici commenti condiscendenti e tranquillizzanti \u201cnon ti preoccupare sei bravo quello che fai va sempre bene<\/em>\u201d.
\nI buoni risultati richiedono un feedback continuo e, se si pretende il massimo dai collaboratori, si deve per forza essere aggiornatissimi sui numeri e su quello che significano. I migliori motivatori fanno i compiti a casa e sanno sempre qual \u00e8 la realt\u00e0 dei fatti, e ne rendono sempre partecipi i loro collaboratori. Pensa di essere un allenatore di un grande campione di corsa. Quando fai fare un giro di campo al tuo campione lo misuri con il cronometro e cosa gli dici ? : \u201chai fatto 2 decimi in meno bravo<\/em>\u201d oppure in maniera superficiale “guagli\u00f2 sei bravo non ti preoccupa<\/em>\u2019 “.<\/p>\n2. Essere di esempio<\/strong><\/h3>\n
\nIn un momento di incertezza come quello in cui viviamo le persone sono alla continua ricerca di esempi da seguire, di qualcuno che ha gi\u00e0 fatto quella cosa e l\u2019ha fatta bene vincendo. Niente \u00e8 pi\u00f9 motivante che un esempio concreto di successo da seguire alla portata di mano. Se vedo che una persona pi\u00f9 o meno simile a me ha avuto successo lavorando, mi convincer\u00f2 che posso averlo anche io.
\nQuando sei in prima linea e risolvi i problemi da solo, stimoli gli altri a fare lo stesso; quando fai le cose che vorresti facessero loro, li ispiri. Cerca quindi di essere una fonte di ispirazione. I tuoi collaboratori preferiscono essere ispirati piuttosto che rimproverati o corretti, e lo preferiscono a qualsiasi altra cosa. Questo perch\u00e9 oggi tutti siamo alla ricerca di un orientamento personale. Tutti siamo alla ricerca di modelli da seguire. Che indirizzo diamo alla nostra vita? Questa \u00e8 una delle grandi domande che ci poniamo tutti i giorni.
\nIn termini di motivazione, essere di esempio ha un impatto maggiore e pi\u00f9 duraturo rispetto a qualsiasi altra tecnica e cambia le persone in modo pi\u00f9 profondo e pi\u00f9 completo. Essere di esempio ha un potere enorme sugli altri in quanto stimola tutta una serie di meccanismi psicologici dell\u2019apprendimento (di cui forse ti parler\u00f2 in un altro articolo) Quindi sii quello che vorresti vedere negli altri.
\nSe vuoi che i tuoi collaboratori siano pi\u00f9 positivi, sii pi\u00f9 positivo; se vuoi che siano pi\u00f9 fieri di quello che fanno, sii pi\u00f9 orgoglioso del tuo lavoro. Mostra loro come si fa. Vuoi che abbiano un bell’ aspetto e vestano in modo professionale? Fallo tu per primo. Vuoi che arrivino in orario? Arriva sempre in anticipo (e spiega il perch\u00e9… Chiarisci che cosa significa la puntualit\u00e0 per te, non per loro).<\/p>\n3. Dire sempre la verit\u00e0<\/strong><\/h3>\n
\nI grandi venditori e tutti i leader che ottengono performance migliori dal proprio team e hanno il maggiore successo professionale, sono persone che danno molto. Si mantengono sempre in contatto con il loro potere di fare di pi\u00f9, offrendo ai loro committenti interni ed esterni diversi tipi di vantaggi (informazioni utili, offerte di servizi, rispetto per i loro tempi, supporto ai loro successi, conversazioni amichevoli, ringraziamenti sinceri, notizie in esclusiva), dando, dando, dando tutto il giorno, mettendo sempre i desideri e i bisogni del cliente al primo posto. Fanno sempre le domande pi\u00f9 opportune e ascoltano sempre pi\u00f9 attentamente di chiunque altro. Man mano che questo tipo di impegno aumenta e si allarga e, grazie a una comunicazione creativa e in continuo sviluppo, ogni cliente \u00e8 fatto oggetto di questi privilegi, il venditore diventa un vero esperto di psicologia del cliente e del comportamento d\u2019acquisto. E quel venditore comprende che un livello di abilit\u00e0 professionale cos\u00ec vertiginosamente alto pu\u00f2 essere acquisito solamente attraverso una potente interazione basata sul vantaggio reciproco!<\/p>\n4. Non perdere di vista il risultato<\/strong><\/h3>\n
\nI manager devono semplificare, semplificare, semplificare. Non devono fare quello che fanno di solito: complicare, occuparsi di pi\u00f9 cose contemporaneamente e ancora complicare. Mantieni le cose pi\u00f9 semplici possibile per gli improduttivi, concentrandoti soltanto sui risultati. Passa sempre pi\u00f9 tempo con i produttivi, che sono alla ricerca di quel mordente in pi\u00f9 che possono ricevere da te.
\nGli improduttivi, invece, devono imparare un’ enorme lezione da te: ogni giorno possono rendersi conto che la loro produttivit\u00e0 \u00e8 la conseguenza diretta della loro volont\u00e0 (o mancanza di volont\u00e0) di raggiungere un determinato risultato.
\nConcentrati sui risultati. Conquisterai sempre ci\u00f2 per cui ti impegni intensamente. Se ti concentri soltanto sulle attivit\u00e0, ecco cosa otterrai: un mucchio di attivit\u00e0. Ma se ti focalizzi sui risultati, allora otterrai un mucchio di risultati.<\/p>\n5. Essere consapevoli della propria comunicazione<\/strong><\/h3>\n
\nViviamo nell’era dell’informazione. I tuoi collaboratori usano la mente in modo creativo e produttivo tutto il giorno. E tutti usano la comunicazione per guadagnarsi da vivere.
\nOggi, pi\u00f9 che in passato, la comunicazione \u00e8 la nostra linfa vitale, ed \u00e8 la linfa vitale di ogni organizzazione. Tuttavia, diverse aziende affidano ancora gran parte della loro comunicazione al caso, al “buon senso”, o a vecchie tradizioni che non sono pi\u00f9 adatte a mantenere un buon livello di informazione che coinvolga tutti quanti nelle strategie.
\nLa comunicazione \u00e8 la fonte della fiducia e del rispetto all’interno di ogni tipo di organizzazione, quindi si deve giocare a carte scoperte il pi\u00f9 spesso possibile.
\nQuando accresciamo la nostra consapevolezza riguardo all’importanza della comunicazione, questa viene potenziata. Quando ci prendiamo la piena responsabilit\u00e0 del modo in cui comunichiamo, l’organizzazione viene potenziata.<\/p>\n
\n<\/strong><\/p>\n
\nEssere ossessionati tutto il giorno dalle opinioni degli altri \u00e8 il modo pi\u00f9 veloce per perdere l’entusiasmo per la vita. \u00c8 il modo pi\u00f9 veloce per perdere quell’energia fonda\u00acmentale che ti permette di fare tutto ci\u00f2 di cui vai orgoglioso. Avrai notato che i bambini non sembrano avere questa preoccupazione: per la maggior parte, quando stanno facendo qualcosa che li diverte molto, sembrano dimenticare che qualcuno li sta osservando e dimenticano persino tutto il mondo esterno. Sono completamente coinvolti. I grandi leader fanno la stessa cosa. Per approfondire il tema del legame tra Motivazione<\/a> e comunicazione leggi anche questo articolo<\/a>.<\/p>\n
\nIl cambiamento spaventa tutti! La notizia del cambiamento spaventer\u00e0 i tuoi collaboratori nella stressa misura in cui spaventa te. Quindi un altro modo per costruire la tua forza interiore come leader \u00e8 aumentare la tua consapevolezza di cos’\u00e8 la vita e di come funziona il mondo, e di come funziona l’ambiente del lavoro. Pi\u00f9 ne sarai \u00a0conscio, migliore sarai come leader.
\nUn tempo i leader erano diretti da altri leader, i manager: da altri manager, e non c’era molto spazio per muoversi in mezzo. Adesso, per\u00f2, le cose sono cos\u00ec complesse e in continuo mutamento che \u00e8 come sospendere ogni volta la partita al fischio di inizio invece di giocare regolarmente.
\nLa vita \u00e8 cambiata profondamente e continuer\u00e0 a cambiare ancora pi\u00f9 velocemente con il passare del tempo. Questa \u00e8 una buona notizia per un leader che si impegna a esserne sempre pi\u00f9 consapevole.
\nPer questo non interrompere la tua curva di apprendimento e dimostra ai tuoi collaboratori che continui a imparare. Non avere sempre quell’atteggiamento da “signor so tutto”. Fai vedere che in te ci sono “lavori in corso”: sar\u00e0 pi\u00f9 facile, per loro, sottoporti buone idee.
\nI manager, per la maggior parte, sono cos\u00ec insicuri nel loro ruolo, che cercano continuamente di far vedere che sanno tutto. Non partecipano mai ai seminari e disprezzano i libri di teoria del management, ma questo atteggiamento demoralizza i loro subordinati. Tutti possiamo imparare qualcosa di nuovo, ogni giorno, sulla nostra professione. Poco a poco possiamo incrementare le nostre conoscenze di base, aumentando la nostra competenza professionale e la nostra capacit\u00e0 di aiutare gli altri.\u00a0La felicit\u00e0 \u00e8 crescita, siamo felici quando cresciamo. E la gente felice motiva meglio di quella infelice.<\/p>\nConclusioni<\/h3>\n
\nL\u2019applicazione costante di queste 7 regole di motivazione dovrebbe aiutare il management a costruire nel tempo questo rapporto comunicativo migliore a generare motivazione e a sviluppare uno spirito di squadra pi\u00f9 coeso.<\/p>\n