{"id":15509,"date":"2010-09-27T17:32:04","date_gmt":"2010-09-27T16:32:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/?p=15509"},"modified":"2015-12-21T11:32:27","modified_gmt":"2015-12-21T10:32:27","slug":"motivazione-7-regole-doro-per-motivare-i-propri-collaboratori-ai-tempi-della-flessibilita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/motivazione-7-regole-doro-per-motivare-i-propri-collaboratori-ai-tempi-della-flessibilita\/","title":{"rendered":"Motivazione ? 7 regole per motivare i propri collaboratori ai tempi della flessibilit\u00e0"},"content":{"rendered":"

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Uno dei temi pi\u00f9 trattati dalla psicologia \u00e8 la motivazione<\/strong><\/em>. Questo tema sta assumendo, oggi, un peso sempre pi\u00f9 rilevante nella formazione e nella gestione delle risorse umane, e la sua importanza cresce sempre pi\u00f9 in funzione dell\u2019accelerarsi del processo di terziarizzazione dell\u2019economia italiana.<\/p>\n

Premetto che di solito evito di parlare di trucchi, segreti o regolette, quando si parla di tematiche legate alla personalit\u00e0 ma, in questa occasione mi sembrava utile stabilire dei punti chiave sui quali focalizzare la tua attenzione . Per questo ho deciso di pubblicare queste riflessioni sotto forma di sette regole.<\/p>\n

In questo post il tema della motivazione<\/span> non viene affrontato dal punto di vista del comportamento individuale cio\u00e8 \u201ccos\u2019\u00e8 che ci motiva al lavoro<\/em>\u201d ma dal punto di vista di chi deve gestire una squadra quindi \u201ccome fare a motivare la propria squadra di lavoro a dare il massimo?<\/em>\u201d<\/span> in un periodo di incertezza<\/span> come quello in cui oggi viviamo, e a superare la dicotomia tra obiettivi personali e obiettivi dell\u2019azienda.<\/p>\n

La Motivazione \u00e8 la leva competitiva dei nostri giorni!<\/h3>\n

Su un mercato del lavoro, sempre pi\u00f9 competitivo e flessibile, cos\u00ec come quello che si \u00e8 strutturato in questi ultimi anni, la motivazione dei propri collaboratori \u00e8 diventata una variabile strategica per l\u2019impresa<\/span><\/strong>, in quanto pu\u00f2 fare realmente la differenza fra raggiungere o mancare gli obiettivi di performance prestabiliti. Le persone oggi possono determinare il successo o l\u2019insuccesso di ogni organizzazione e possono, inoltre, essere una notevole fonte di vantaggio competitivo.<\/p>\n

In questo tempo alle aziende italiane viene chiesto molto di pi\u00f9 che produrre semplici prodotti fisici standardizzati. Oggi si chiede di essere flessibili, offrire servizi, rispondere ai bisogni sempre nuovi della clientela, ridurre i costi, aumentare le opportunit\u00e0, migliorare l\u2019esperienza d\u2019uso etc etc.<\/p>\n

Di conseguenza anche al lavoratore oggi non \u00e8 chiesto pi\u00f9 soltanto di eseguire semplici e ripetitivi compiti manuali ma, di approcciare quello che fa con intelligenza creativit\u00e0, dedizione,. e questo tipo di richieste vengono formulate a tutti i livelli. Non c\u2019\u00e8 quasi nessuna qualifica professionale che sia esonerata da questo generale aumento delle aspettative. In altre parole oggi, tutti i lavoratori devono fare molto di pi\u00f9, di quello che facevano un tempo ma, con minori risorse.
\nIl sogno di ogni imprenditore, e di ogni coordinatore di risorse umane, \u00e8 quello di trovare collaboratori auto-motivati che lavorino coscienziosamente, con assiduit\u00e0, che desiderano esprimere al meglio il proprio potenziale nel contesto organizzato al quale appartengono.<\/p>\n

L\u2019esperienza quotidiana tuttavia, ci fa notare che nella realt\u00e0 esistono diverse tipologie di lavoratori. Ci sono degli individui che nello svolgere le proprie mansioni si applicano il minimo indispensabile, arrivano spesso tardi in ufficio, non rispettano le scadenze e riescono raramente a portare a termine i propri compiti e trovano sempre molte giustificazioni ai propri fallimenti. All\u2019opposto ci sono poi persone che, in tutti i progetti si applichino e cercano di dare il massimo, lavorano tanto, spesso trattenendosi in ufficio oltre l\u2019orario di lavoro e accolgono i nuovi incarichi con entusiasmo, sono ambiziosi, e mossi da una spinta a fare sempre meglio. Ci sono, infine, gli individui che mercanteggiano in continuazione, ad ogni nuovo incarico cercano di capire cosa possono guadagnare di pi\u00f9 in termini di tempo e di danaro, che rimandano continuamente le scadenze perch\u00e9 cercano di accaparrarsi quanti pi\u00f9 lavori possibili. La motivazione \u00e8 quello che fa realmente la differenza tra tutti questi tipi di lavoratori.<\/span><\/p>\n

Ma cos’\u00e8, esattamente, la motivazione?<\/h3>\n

Essa pu\u00f2 essere definita come ci\u00f2 che spiega l’inizio, la direzione, l’intensit\u00e0 e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo (De Beni e Mo\u00e8, 2000). Il termine MOTIVAZIONE<\/strong>\u00a0deriva letteralmente da Motivo-azione, cio\u00e8 il \u201cMotivo<\/span>\u201d che ci spinge a compiere una determinata \u201cAzione<\/span>\u201d. In altre parole \u00e8 l\u2019insieme degli scopi che spingono una persona ad agire e a mettere in atto un comportamento in direzione degli obiettivi da raggiungere.<\/p>\n

Per molto tempo si \u00e8 creduto anche erroneamente che per ottenere il massimo da un collaboratore bastasse condizionare l’elargizione di premi <\/strong>o eventuali punizioni <\/strong>alla qualit\u00e0 dei risultati prodotti<\/strong>. E cos\u00ec per anni si sono organizzate le politiche motivazionali attraverso strumenti quali stipendio (Valore materiale) e Carriera (riconoscimento sociale all\u2019interno dell\u2019organizzazione ).<\/p>\n

Effettivamente, l’abilit\u00e0 di riconoscere queste leve pu\u00f2 consentire all\u2019imprenditore accorto di attivare, talvolta, risorse insperate nel proprio collaboratore. Tuttavia, al giorno d\u2019oggi sempre pi\u00f9 spesso questo non \u00e8 sufficiente ad assicurare l’assiduit\u00e0 e la continuit\u00e0, negli anni, del livello di prestazione desiderato.<\/p>\n

In primis<\/em> la motivazione<\/span><\/em> \u00e8 un fattore essenzialmente soggettivo<\/span>: ognuno di noi \u00e8 motivato da fattori differenti. Essere motivati al lavoro significa svegliarsi felici per l\u2019inizio di una nuova giornata lavorativa, non sentirsi stanchi ed essere sempre alla ricerca di nuovi traguardi.<\/p>\n

Alcune persone sono pi\u00f9 attratte dal denaro, altri dalla sensazione di essere considerati i migliori, di essere riconosciuti nel proprio ruoli altri ancora dalla sfida materiale con gli avversari, altri dall\u2019opportunit\u00e0 di esprimere la propria creativit\u00e0.
\nInoltre non sempre gli obiettivi del lavoratore coincidono con gli obiettivi del gruppo. O meglio spesso il lavoratore percepisce una dicotomia una contrapposizione tra i propri obiettivi personale e gli obiettivi dell\u2019azienda nel suo complesso. (Definizione di\u00a0Motivazione<\/a>\u00a0secondo Wikipedia)<\/p>\n

Il problema della motivazione \u00e8 questione di obiettivi!
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La questione che vorrei porre in questo articolo non \u00e8 tanto quella di spiegare \u201ccosa motiva le persone al lavoro<\/em>\u201d (di cui tra l\u2019altro internet \u00e8 piena di post con rispettive risposte) quanto piuttosto quella di offrire una piccola risposta alla domanda :<\/p>\n

\u201ccome allineare gli obiettivi del lavoratore agli obiettivi dell\u2019organizzazione<\/strong><\/em>?\u201c<\/p>\n

Spesso la mancanza di motivazione non \u00e8 legata alle politiche degli incentivi<\/span> (\u201cfaccio un lavoro che mi da lo stipendio migliore<\/em>\u201d) e nemmeno alle caratteristiche specifiche del ruolo professionale di un singolo lavoratore (\u201cfaccio un lavoro che mi piace con il quale esprimo me stesso<\/em>\u201d) quanto piuttosto ad alla percezione di una dicotomia, una contrapposizione tra gli obiettivi dell\u2019azienda e gli obiettivi del lavoratore (\u201cmi conviene legare il mio futuro professionale a questa squadra<\/em>\u201d).<\/p>\n

Del resto viviamo un periodo di incertezza sul mercato, \u00e8 facile che si manifesti nel lavoratore il dubbio sull\u2019affidabilit\u00e0 nel medio e nel lungo termine dell\u2019azienda con la quale collabora. Molti studiosi di organizzazione negli anni ottanta gi\u00e0 avevano notato che i dipendenti delle aziende non competevano tra loro per lo stipendio migliore ma per il \u201cPosto\u201d cio\u00e8 per il ruolo professionale nel quale erano coinvolti. Il \u201cPosto\u201d influiva nel medio termine sulle prospettive di carriera svolte anche in contesti professionali differenti. Quindi un lavoratore che diventava assistente al direttore del personale nell\u2019azienda X.spa poteva ambire a diventare anche direttore del personale presso l\u2019azienda Y.spa rivendendosi il \u201ctitolo del ruolo professionale<\/em><\/strong>\u201d che aveva svolto. Quindi, negli anni \u201970 e \u201980 era diffusa la convinzione che lavorare in grandi strutture in ruoli particolari del management garantisse il successo professionale perpetuo.<\/p>\n

Il \u201cpercorso di carriera<\/strong>\u201d era lo strumento principale sul quale fare leva per stimolare la motivazione nel personale. Ma oggi quante sono le aziende che riescono ad operare nello stesso modo?<\/p>\n

Ben poche direi! anzi nessuna. Non c\u2019\u00e8 nessuna azienda che garantisce un percorso lineare e progressivo di crescita. C\u2019\u00e8 da dire di pi\u00f9! Negli ultimi anni sono sempre di pi\u00f9 quelle aziende che hanno dimostrato di non essere capaci nemmeno di garantire una continuit\u00e0 lavorativa. Non sono poche le aziende che con la crisi hanno espulso personale anche a livello manageriale. Nel 2009 si \u00e8 stimato che oltre 10.000 quadri e dirigenti hanno perso il proprio posto di lavoro nella sola Lombardia.<\/p>\n

La domande che oggi si pongono sempre pi\u00f9 spesso i lavoratori sono e che influiscono sul livello di motivazione sono :<\/p>\n