{"id":12595,"date":"2010-09-09T23:42:01","date_gmt":"2010-09-09T22:42:01","guid":{"rendered":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/?p=12595"},"modified":"2015-12-21T11:29:53","modified_gmt":"2015-12-21T10:29:53","slug":"trovare-lavoro-piccola-guida-on-line-2a-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/trovare-lavoro-piccola-guida-on-line-2a-parte\/","title":{"rendered":"Trovare Lavoro – piccola guida on line – 2a parte"},"content":{"rendered":"
Nel curriculum vitae<\/em> si espongono in modo schematico le esperienze del nostro passato scolastico e lavorativo.<\/p>\n Lo possiamo immaginare dunque come una sorta di riassunto selettivo della nostra vita, da stilare con precisione e oggettivit\u00e0. Nel curriculum<\/em>\u00a0vitae<\/em>\u00a0limitiamoci ad elencare tutte le informazioni che ci sembrano pertinenti per tracciare il nostro profilo professionale; evitiamo invece i commenti e le precisazioni, che semmai potranno trovar posto nella lettera di accompagnamento: se, per esempio, risulta dal confronto delle date che abbiamo impiegato qualche anno di troppo a laurearci, non \u00e8 il caso di giustificare tale ritardo nel curriculum con ragioni personali e soggettive.<\/p>\n <\/p>\n E importante ricordare che il curriculum va formulato in terza persona: non diremo dunque \u00abIo sono nata a\u00bb, bens\u00ec \u00abMario Rossi \u00e8 nato a\u00bb. Questo espediente formale non solo accentua il carattere di oggettivit\u00e0 e ufficialit\u00e0 del curriculum, ma \u00e8 anche funzionale all’utilizzazione effettiva di questo tipo di testo, che pu\u00f2 essere letto in pubblico, confrontato con altri, sottoposto a una selezione, valutato, messo a verbale ecc., sempre in assenza della persona che lo ha scritto: quindi un eventuale \u00abio\u00bb verrebbe pronun ciato da un altro individuo e produrrebbe solo confusione.<\/p>\n Un’altra cosa da ricordare \u00e8 che tutte le informazioni inserite nel curriculum devono essere controllabili, perci\u00f2 \u00e8 bene non lavorare di fantasia e non esagerare; piuttosto, \u00e8 consentito essere reticenti su alcune cose che ci sembrano poco onorevoli (per esempio, se il nostro esame di matu rit\u00e0 non \u00e8 stato dei pi\u00f9 brillanti, possiamo limitarci a dire che abbiamo conseguito il diploma senza specificare la votazione).<\/p>\n \u00c8 sempre bene conservare e aggiornare progressivamente il proprio curriculum, per averlo a disposizione in qualsiasi momento: questo ci risparmier\u00e0 anche la fatica psicologica di ricapitolare ogni volta la nostra storia scolastica e professionale con i suoi inevitabili bilanci<\/p>\n Come abbiamo detto il curriculum \u00e8 una sorta di carta d’identit\u00e0 professionale con cui ci si propone al mercato del lavoro. Bisogna dunque scriverlo focalizzando gli aspetti fondamentali della nostra esperienza, tenendo anche conto che il tempo di lettura che gli sar\u00e0 dedicato sar\u00e0 molto breve (spesso i curricula da esaminare sono centinaia ed \u00e8 un indubbio merito quello di proporli in forma corretta e \u00absnella\u00bb).<\/p>\n Anche per razionalizzare le operazioni di valutazione dei curricula, oggi sono sempre pi\u00f9 diffusi i moduli di curriculum prestampati, a volte da compilare e inviare direttamente tramite computer. Bisogna tuttavia fare attenzione al fatto che se da un lato questo ne facilita la stesura, tuttavia non esime da una formulazione attenta, accurata e precisa della nostra \u00abstoria\u00bb, che dovr\u00e0 \u2014 soprattutto nella compilazione di certi settori \u2014 essere non solo chiara ma anche non appiattita sui grigi standard proposti. In altre `parole, dovremo riuscire a mettere in luce alcune qualit\u00e0 o attitudini originali che possano fermare l’attenzione di chi scorre il nostro modulo.<\/p>\n Il Curriculum Vitae Europeo \u00e8 un modello comune di riferimento che ha l’obiettivo di favorire la mobilit\u00e0, consentendo ai cittadini europei di proporsi sul mercato del lavoro dell’Unione.<\/p>\n Questo modello fornisce ad aziende, istituti di istruzione e di formazione, non solo le qualifiche o i titoli professionali posseduti dai singoli cittadini, ma anche le loro specifiche conoscenze, abilit\u00e0 e competenze (competenze linguistiche, esperienze lavorative, qualifiche e titoli di istruzione e formazione, abilit\u00e0 e competenze acquisite anche al di fuori dei percorsi ufficiali di formazione) che andranno auto-certificate. Dal punto di vista del cittadino che fa do manda l’indubbio vantaggio \u00e8 quello di proporsi su un mercato di lavoro pi\u00f9 vasto e pi\u00f9 vario di quello nazionale.<\/p>\n <\/strong>Fermati un istante!<\/strong>Questa piccola guida alla ricerca di lavoro \u00e8 solo un piccolo riassunto, di poche pagine, del mio testo “Lavoro; Trovarlo e cambiarlo anche con questa crisi<\/a>” disponibile in due versioni Free (gratuita – 42 pagine) e Pro (158 pagine al costo di 5,27 \u20ac). \u00a0<\/strong>Con taglio pratico ed approccio positivo, il testo offre tanti strumenti di orientamento alle scelte professionali e una serie di spunti per migliorare la propria ricerca, rendendola sempre pi\u00f9 efficace.\u00a0Se, in questo periodo della tua vita stai cercando lavoro o sei un operatore di orientamento o un formatore nella guida troverai tantissime informazioni utili chScegli la tua copia ti assicuro che troverai nelle pagine della guida le risorse utili per quello che stai cercando.\u00a0Link al libro<\/a><\/strong><\/strong><\/p>\n Ecco le voci che questo modello di curriculum indica:<\/strong><\/p>\n Se per alcune voci del curriculum europeo, le risposte sono quasi automatiche (ferme restando le avvertenze gi\u00e0 sottolineate di dare solo le informazioni pertinenti senza inutili orpelli su esperien ze non significative per il tipo di lavoro che si cerca), per altre sar\u00e0 bene fare attenzione a come proporsi. In partico lare bisogner\u00e0 far valere quelle esperienze che ci sembrano pi\u00f9 adeguate a rappresentare le nostre abilit\u00e0 e competenze. Se abbiamo insegnato in una scuola elementare e siamo riusciti a organizzare con altri colleghi una bella mostra di disegni sul tema della variet\u00e0 degli alberi nel territorio, questa esperienza andr\u00e0 valorizzata sia per le capa cit\u00e0 organizzative, sia per quelle relazionali (nonch\u00e9 per le competenze botaniche). Potr\u00e0 poi riprendere alcuni di questi elementi alla voce Capacit\u00e0 e competenze relazionali, sottolineando le proprie attitudini a stabilire rapporti anche fuori dallo specifico ambito di lavoro e nelle Capacit\u00e0 e competenze personali dove metter\u00e0 in risalto la propria appassionata conoscenza della botanica.<\/p>\n Lo stesso potr\u00e0 avvenire se abbiamo avuto l’occasione di organizzare dei viaggi per piccole comitive, o se abbiamo creato nuovi canali di comunicazione con qualche ente o associazione, se abbiamo fatto volontariato o lavoro politico con incarichi di qualche tipo eccetera. La compilazione di curricula cos\u00ec concepiti deve essere sempre diligente, attenta a rispondere a tutte le richieste. Questo non impedisce tuttavia di esprimere la propria ci fra personale e l’originalit\u00e0 della propria esperienza di for mazione, di studio e di lavoro.<\/p>\n <\/p>\n Sempre pi\u00f9 spesso i moduli per domande di vario genere sono prestampati e baster\u00e0 compilare diligentemente (in alcuni casi direttamente al computer per un invio telematico facilitato) le varie voci contempla te: questo succede, ad esempio, per presentare le richieste di accedere alle biblioteche citta dine o ai rari impianti sportivi universitari, o per le stesse iscrizioni ecc.).<\/p>\n \u00c8 una prassi che ha indubbi vantaggi, primo fra tutti quello di semplificare il lavoro sia del mittente sia del destinatario. Ma ci sono numerosi casi, quando si cerca lavoro ad esempio, in cui un giovane deve praticamente \u00abinventarsi\u00bb la domanda, e l’accuratezza con la quale questa\u00a0sar\u00e0 stilata pu\u00f2 diventare un biglietto da visita importante. Nella prima parte della domanda andranno riassunte alcune nostre caratteristiche che ci sembrano pertinenti al lavoro che vorremmo ottenere. \u00c8 importante far funzionare il messaggio, ricorrendo ai pochi \u00abmateriali\u00bb presenti nel nostro curriculum vitae, e valorizzandoli senza enfasi, sem pre perniciose, e senza lungaggini.<\/p>\n Se partecipiamo a un concorso pubblico, avremo sempre un fac-simile di domanda da copiare e non sar\u00e0 necessario l’accompagnamento di una lettera. Ma attenzione, \u00e8 buona norma leggere attentamente tutte le par ti del bando di concorso, per non farci sfuggire qualche dettaglio in grado di invalidare la domanda (quante volte abbiamo sudato freddo scoprendo all’ultimo istante che l’elenco dei documenti da allegare andava stilato in duplice copia?). Le domande pi\u00f9 semplici possono nascondere tranelli interpretativi, e le parole della \u00abGazzetta Ufficiale\u00bb vanno decodificate con molta pazienza. Un buon consiglio \u00e8 quello di non aver fretta e di non farsi prendere dallo scoramento, di mantenersi lucidi e calmi e, avendone l’opportunit\u00e0, una volta compilata la domanda controllar la insieme a un’amica o un amico (meglio ancora se nella medesima nostra situazione). Anche le formulazioni apparentemente pi\u00f9 astruse hanno una loro logica e il nostro compito, in questi casi, \u00e8 di scoprirla, armati di pazienza, attenzione e un briciolo di ironia.<\/p>\n Oggi si utilizza raramente la lettera per comunicare: le poche volte che vi ricorre pu\u00f2 compilare messaggi maldestri e impacciati. Ed \u00e8 un peccato, perch\u00e9 una lettera pu\u00f2 spesso, meglio di qualsiasi telefonata, aiutare a risolvere molti problemi; anche la persona pi\u00f9 impegnata, quella con cui dobbiamo assolutamente parlare ma che non riusciamo a raggiungere perch\u00e9 non ha un minuto di tempo, non re ster\u00e0 indifferente davanti a una lettera \u00abgiusta\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Prima considerazione: il colloquio di selezione altro non \u00e8 che una conversazione tra due o pi\u00f9 persone condotta con metodo; lo scopo \u00e8 quello di permettere alle due parti in gioco di conoscersi reciproca mente.<\/p>\n Il colloquio \u00e8 il momento in cui si incontrano due esigenze: quella del selezionatore, che cerca la persona a suo parere pi\u00f9 adatta al profilo che ha definito, e quella del candidato, che cer ca un lavoro il pi\u00f9 possibile corrispondente alle proprie aspira zioni e capacit\u00e0.<\/p>\n Seconda considerazione: ogni colloquio \u00e8 un’esperienza comunque valida, anche qualora non dovesse andare a buon fine, perch\u00e9 per mette di prendere contatto con l’ambiente lavorativo che ci interessa e perch\u00e9 costituisce un allenamento fondamentale per riuscire meglio nei successivi colloqui. Se, invece, eviteremo di chieder ci perch\u00e9 un colloquio \u00e8 andato male o, pur facendolo, non metteremo mai in discussione il nostro modo di porci, al colloquio successivo sar\u00e0 facile assumere un atteggiamento negativo (per esempio, polemico e scontroso), disfattista (pessimista sulla possibilit\u00e0 di trovare lavoro) o, peggio ancora, da “questuante” (che “mendica” il posto di lavoro). Se questo si verificasse, ci porremmo, prima ancora di sostenere il colloquio, in una situazione di debolezza e di subordinazione nei confronti dell’in tervistatore e il nostro pessimismo trover\u00e0 effettivamente conferma.<\/p>\n \u00c8 frequente il caso in cui le aziende privilegino, tra due candidati, quello che, anche se dotato di conoscenze tecniche inferiori, abbia caratteristi che che meglio si adattano al ruolo offerto. Le conoscenze tecnico-spe cialistiche, infatti, possono essere migliorate dall’azienda stessa a costi limitati, con periodi di formazione professionale “sul campo” (on the job), mentre atteggiamenti come l’entusiasmo, la determinazione e il realismo sono caratteristiche di personalit\u00e0 rare, preziose e la cui assenza non pu\u00f2 essere colmata da corsi aziendali.<\/p>\n Per la stessa ragione, non dobbiamo stupirci se durante il colloquio ci vengono poste domande non direttamente riferite al lavoro per il quale ci siamo proposti o se sembra che il selezionatore non tenga in considerazione la nostra preparazione tecnica. Nessuna domanda, infatti, viene posta per caso, neppure la pi\u00f9 banale (se si escludono i casi in cui il selezionatore non sa fare il suo mestiere).<\/p>\n Per l’intervistatore i fini del colloquio sono, in linea di massima, tre:<\/p>\n Tali fini possono essere raggiunti attraverso diverse tipologie di colloquio. I pi\u00f9 diffusi sono i seguenti.<\/p>\n Gli interlocutori con cui si pu\u00f2 avere a che fare sono essenzialmente di due tipi: interni ed esterni all’azienda.<\/p>\n <\/p>\n <\/strong>Fermati un istante!<\/strong>Questa piccola guida alla ricerca di lavoro \u00e8 un piccolo riassunto, di poche pagine, del mio testo “Lavoro; Trovarlo e cambiarlo anche con questa crisi<\/a>” disponibile in due versioni Free (gratuita) e Pro (al costo di 5,27 \u20ac). \u00a0 Con taglio pratico ed approccio positivo, il testo offre tanti strumenti di orientamento alle scelte professionali e una serie di spunti per migliorare la propria ricerca, rendendola sempre pi\u00f9 efficace.\u00a0 Se, in questo periodo della tua vita stai cercando lavoro o sei un operatore di orientamento o un formatore nella guida troverai tantissime informazioni utili che ti permetteranno di raggiungere tutti i tuoi obiettivi professionali.\u00a0<\/strong>Scegli la tua copia ti assicuro che troverai nelle pagine della guida le risorse utili per quello che stai cercando.\u00a0Link al libro<\/a><\/strong><\/p>\n \u00c8 importante arrivare all’appuntamento in anticipo di qualche minuto. Arrivare in ritardo senza la giustificazione di un gravissimo imprevi sto, se non pregiudica del tutto la valutazione del selezionatore (e non \u00e8 detto), rappresenta comunque un inizio in salita.<\/p>\n \u00c8 opportuno che portare con se una copia del curriculum, soprattutto se\u00a0abbiamo una versione aggiornata rispetto a quella in possesso del selezionatore<\/p>\n Cerchiamo di avere a portata di mano la lettera o l’e-mail con la quale, eventualmente, ci hanno convocato: contiene informazioni essenziali quali orario e sede dell’incontro, persona con cui si ha appuntamento e che occorre indicare alla reception ecc.<\/p>\n Che cosa fare a questo punto? Dobbiamo rivolgerci al selezionatore facendo precedere il suo cognome dal relativo titolo, che sapremo perch\u00e9 riportato nella lettera di convocazione o, al limite, in quanto segnalato dalla reception\/segreteria che ci accoglier\u00e0 il giorno del colloquio. In alternativa, si pu\u00f2 comunque utilizzare Dottore o Dottoressa (saranno loro a correggerci nel caso non siano laureati e ci tengano a precisarlo) oppure pi\u00f9 semplicemente “signore\/a”.<\/p>\n Se non veniamo accolti personalmente dal selezionatore, che invece attende nell’ufficio o nel luogo deputato all’incontro, \u00e8 “obbligatorio” bussare alla porta prima di entrare. Davanti all’esaminatore si deve dare un’impressione di spontaneit\u00e0 con:<\/p>\n Prima di sedersi \u00e8 meglio aspettare che si sia seduto il selezionatore o che abbia formulato l’invito ad accomodarsi: qualcuno tra i selezionatori \u00e8 molto attento a questi aspetti di buona educazione, non soltanto “formali”, ma basati sul rispetto per la persona che abbiamo di fronte e che ci accoglie in “casa sua”. Per il medesimo motivo, masticare la gomma durante un colloquio \u00e8 una scelta pessima.<\/p>\n Una volta seduti, \u00e8 opportuno essere composti, evitando di dondolarsi e di cambiare continuamente posizione sulla sedia, di scivolare finendo per assumere una posizione da “lettino da spiaggia”, di cercare di leg gere i documenti sul tavolo, di ispezionare con insistenza l’arredamento del locale o di controllare l’orologio ogni 5 minuti, tutti segnali di ner vosismo che parlano di te.<\/p>\n \u00a0<\/strong><\/a><\/p>\n La prima impressione su una persona si basa inevitabilmente su elementi percettivi: sull’aspetto fisico dell’individuo nel complesso e in ogni sua parte, su tutti i segnali non verbali di comunicazione e anche sul suo ab bigliamento. Ci si fa una prima idea della persona che abbiamo di fronte gi\u00e0 entro i primi trenta secondi di un incontro; quella che si forma nei primi cinque mi\u00adnuti, se \u00e8 stata positiva viene mantenuta fino al termine del colloquio nel 50% dei casi, mentre se \u00e8 stata negativa resta tale nel 90% dei casi. Come a dire: le esperienze negative ci segnano in maniera pi\u00f9 indelebile.<\/p>\n Dal momento che quando si sostiene un colloquio di lavoro si dispone di pochissimo tempo per dare un’immagine di s\u00e9, \u00e8 opportuno curare non solo che questa sia il pi\u00f9 possibile positiva, ma che esprima al meglio quello che si intende comunicare. Quindi? Quindi non bisogna “travestirsi”, ma restare se stessi, indossando vestiti consoni al clima della stagione, al luogo in cui si terr\u00e0 il colloquio e al tipo di lavoro desiderato. Inoltre, deve essere scelto un modo di vestire che dia un’idea di equilibrio, misura e professionalit\u00e0, altrimenti l’intervistatore potrebbe cogliere nell’abbigliamento del candidato una mancanza di rispetto o di capacit\u00e0 di adattamento o un’eccessiva eccentricit\u00e0. Occorre vestirsi con personalit\u00e0, ma evitando di essere disordinati o addi\u00adrittura trasandati solo per dimostrare che si \u00e8 indipendenti, anticonformisti o genericamente “contro il sistema”, perch\u00e9 l’azienda a cui ci siamo proposti \u00e8 un’organizzazione con cui dobbiamo interagire e non un nemico da combattere (altrimenti che ci facciamo l\u00ec?).<\/p>\n <\/p>\n L’azienda assume soprattutto in previsione dei risultati che un candida to pu\u00f2 ottenere. Pi\u00f9 di qualsiasi cosa, quindi, \u00e8 importante che comunicare al selezionatore, in modo preciso e diretto, che possediamo le caratteristiche giuste per ricoprire quel determinato ruolo.<\/p>\n Le frasi brevi sono pi\u00f9 facili da seguire, ma i discorsi vanno comunque articolati in un’introduzione, un corpo centrale e una conclusione, in modo che risultino organizzati e non frammentari.<\/p>\n Le parole devono essere articolate bene e non “mangiate” per la fretta di rispondere. A meno che non lo richieda la posizione per la quale viene sostenuto il colloquio, \u00e8 sconsigliabile usare parole troppo tecniche o un gergo troppo specifico; ovviamente ci saranno casi in cui non se ne pu\u00f2 fare a meno, e il vocabolario tecnico, usato a proposito, \u00e8 garanzia della propria esperienza nel settore. \u00c8 preferibile evitare di utiliz zare sigle, a meno che non siano ben conosciute (alcuni selezionatori si divertono a chiederne il significato ai candidati che le usano) e anche di usare parole straniere di cui non si conosce la corretta pronuncia o l’esatta traduzione.<\/p>\n A proposito di traduzioni: stage<\/em> \u00e8 un termine francese e si pronuncia di conseguenza. Il termine omonimo inglese stage<\/em>, inve ce, ha una pronuncia differente, significa “palcoscenico” e non ha niente a che vedere con il tirocinio.<\/p>\n \u00c8 meglio tralasciare, per quanto possibile, gli aggettivi troppo “forti” e i superlativi assoluti e ridurre al minimo le ripetizioni. Un’eccessiva prolissit\u00e0 rischia di far addormentare l’interlocutore; viceversa, se sei troppo sintetico dai l’impressione di non avere nulla da dire o di avere scarso interesse per l’argomento.<\/p>\n Anche i silenzi vanno gestiti con un pizzico di buon senso e la capacit\u00e0 di gestire il silenzio \u00e8 una delle pi\u00f9 apprezzate dai selezionatori: dobbiamo avere pazienza nell’ascoltare senza interrompere e fare delle pause per riorganizzare i pensieri prima di rispondere . Come gi\u00e0 anticipato altrove, \u00e8 possibile che il selezionatore ponga domande di tipo personale inerenti idee politiche, religiose o relative ai progetti familiari (queste ultime soprattutto alle donne). Se ci venisse posto un quesito del genere sarebbe bene avere il coraggio di rispondere, senza polemizzare, che si tratta di questioni relative alla nostra vita privata e che non incidono in alcun modo n\u00e9 sulle nostre capacit\u00e0 e attitudini professionali n\u00e9 sul tempo o sulle energie che dedicheremo al lavoro. Se lo faremo con le dovute maniere, non offenderemo nessuno e non pregiudicheremo il buon esito del colloquio. Se, invece, anche in questo caso il selezionatore insistesse nel pretendere una risposta, \u00e8 evidente che ci troviamo di fronte a una persona scorretta di cui \u00e8 bene diffidare. Probabilmente ci sta ponendo qualche tranello perch\u00e9 vuole osservare il nostro comportamento sotto pressione e in uno stato di imbarazzo.<\/p>\n A volte l’intervista pu\u00f2 cominciare con quelle che vengono definite domande “paralizzanti” e che si con traddistinguono per essere domande aperte alle quali si pu\u00f2 rispondere in vari modi. Se, per esempio, il selezionatore dice in apertura: “Mi parli di lei”, cosa rispondere? \u00c8 un vantaggio essere preparati a domande di questa natura e prevedere quindi la risposta in funzione delle informazioni raccolte (profilo richiesto, cultura dell’azienda, posizione aziendale del selezionatore), ma nulla impedisce di rilanciare con domande che aiutino ad aggiustare il tiro, del tipo “Preferisce che inizi dalla famiglia o dalla formazione?”. \u00c8 rischioso, invece, rispondere “In che senso?” perch\u00e9 si perde l’occasione di orientare il colloquio e di comunicare una certa sicurezza. Se non si hanno esperienze di lavoro specifiche si pu\u00f2 parlare delle proprie aspirazioni professionali o di altre attivit\u00e0 svolte, purch\u00e9 in qualche maniera attinenti alla posizione per cui ci si candida. Non \u00e8 opportuno, invece, parlare della propria vita privata o di eventuali problemi personali.<\/p>\n Molte domande hanno uno scopo diverso da quello apparente. Per esempio, chiedendo di parlare del miglior successo ottenuto, si cerca anche di capire se abbiamo una visione chiara del nostro passato. \u00c8 utile, come sempre, prepararsi una risposta pensando a un episodio finito bene per la propria societ\u00e0, piuttosto che tirare in ballo difficolt\u00e0 personali o fami liari. Ma non dimentichiamo, dopo avere raccontato i nostri successi, di raccontare anche un episodio in cui le cose sono andate male: eviteremo cos\u00ec il rischio di apparire un supereroe infallibile (e, dunque, con pretese altis sime) e incapace di valutarsi anche criticamente. Insomma: n\u00e9 chi risponde “non ho mai avuto successi in vita mia” n\u00e9 chi afferma “tutto ci\u00f2 che faccio si trasforma in successo” usciranno bene da questa domanda.<\/p>\n Un altro tipo di domanda “a doppio taglio” \u00e8 quella in cui si chiede di parlare delle proprie qualit\u00e0 e difetti personali. In questo caso, \u00e8 opportuno cercare di descrivere i difetti come “aree di miglioramento”. Chi non ha alcuna consapevolezza dei propri limiti desta subito sospetto; \u00e8 molto pi\u00f9 proficuo dimostrare di riconoscerli e di stare lavorando per compensarli. Le qualit\u00e0 possedute da mettere soprattutto in evidenza sono quelle che possono essere pi\u00f9 richieste nello specifico ambito aziendale. Naturalmente \u00e8 meglio non autocelebrarsi oppure utilizzare espressioni imparate a memoria (come “so lavorare per obiettivi”, “so no orientato al cliente e al livello di servizio” ecc.), a meno che non si sia in grado di suffragarle con esempi concreti.<\/p>\n Se si ha gi\u00e0 esperienza di lavoro, in qualsiasi momento il selezionatore pu\u00f2 informarsi sul tuo guadagno presente o passato. Tendenzialmente si ritiene che cambiare posto di lavoro senza avere un incremento della propria retribuzione di almeno il 10% non sia qualificante e che perci\u00f2 ogni richiesta vada fatta in questo senso. Consci di ci\u00f2, si pu\u00f2 decidere di chiedere di pi\u00f9 o, al contrario, di accontentarsi di una cifra minore se il posto in oggetto \u00e8 strategico per la propria carriera. L’importante \u00e8 avere ben chiari i limiti entro i quali muoversi e saperli motivare (sulla base, per esempio, di esigenze di autonomia e indipendenza, oltre a quelle concrete come pagare l’affitto, l’auto, le bollette ecc.), cos\u00ec da dare al selezionatore l’impressione di essere flessibili, ma determinati e concreti. \u00c8 opportuno comunque parlare del guadagno desiderato in un incontro successivo al primo, in modo da avere tutto il tempo per chiarirsi meglio i contenuti della posizione e di chiedere dunque un compenso adeguato per le tue prestazioni.<\/p>\n Un’ultima considerazione: molte provocazioni o domande “cattive” vengono spesso impiegate nel corso del colloquio per mettere alla prova i candidati migliori, mentre colloqui “all’acqua di rose” possono indicare (anche se non necessariamente) una valutazione negativa da parte del selezionatore che, in questo modo, vuole congedare rapidamente il suo interlocutore.<\/p>\n In chiusura, pu\u00f2 risultare utile ribadire la tua disponibilit\u00e0, per esempio ai trasferimenti e agli spostamenti o alle diverse forme di contratto, prestando per\u00f2 attenzione a dimostrare interesse proprio per quel ruolo, non per un ruolo qualunque, e non trascurando eventuali (legittime e ragionevoli) tue esigenze personali, come scadenze per rispondere a offerte alternative ecc.<\/p>\n Dopo essersi informati su come verr\u00e0 comunicato l’esito del colloquio, i saluti e i ringraziamenti sono d’obbligo. Per esempio: “Grazie per il tempo che mi ha dedicato, spero di rivederla\/risentirla presto, buona giornata”. Al posto del selezionatore, non vorremmo anche noi essere salutati allo stesso modo?<\/p>\n <\/strong>Fermati un istante!<\/strong>Questa Mini-guida alla ricerca di lavoro \u00e8 un piccolo riassunto, di poche pagine, del mio testo “Lavoro; Trovarlo e cambiarlo anche con questa crisi<\/a>” disponibile in due versioni Free (gratuita) e Pro (al costo di 5,27 \u20ac). \u00a0 >Con taglio pratico ed approccio positivo, il testo offre tanti strumenti di orientamento alle scelte professionali e una serie di spunti per migliorare la propria ricerca, rendendola sempre pi\u00f9 efficace.\u00a0Se, in questo periodo della tua vita stai cercando lavoro o sei un operatore di orientamento o un formatore nella guida troverai tantissime informazioni utili che ti permetteranno di raggiungere tutti i tuoi obiettivi professionali.\u00a0<\/strong>Scegli la tua copia ti assicuro che troverai nelle pagine della guida le risorse utili per quello che stai cercando.\u00a0Link al libro<\/a><\/strong><\/p>\n Il colloquio di gruppo permette di osservare i candidati in situazioni collettive, che tendono a riprodurre le dinamiche aziendali, e di valutare le reazioni dei partecipanti in una situazione di alta competitivit\u00e0 e di stress.<\/p>\n I gruppi sono costituiti da candidati (generalmente in numero compre so tra cinque e dieci) che di solito non si conoscono, pur avendo un background comune, e che devono superare alcune prove, con uno o pi\u00f9 selezionatori presenti. In pratica, si riunisce il gruppo e gli si affida un compito da svolgere: il comportamento dei membri sia nel loro in sieme sia in quanto singoli \u00e8 osservato attentamente. La difficolt\u00e0 principale consiste quasi sempre nel giungere a una soluzione condivisa da tutti.<\/p>\n Scopo del colloquio non \u00e8 quello di entrare nel merito di ci\u00f2 che viene detto o delle opinioni che vengono espresse, bens\u00ec di definire le caratteristiche e il modo di relazionarsi di ciascuno con gli altri componenti del gruppo. Perci\u00f2 nelle discussioni di gruppo si misurano le abilit\u00e0 di relazione, la leadership, ma anche la capacit\u00e0 di produrre risultati all’interno del gruppo proponendo soluzioni realistiche convincenti o impostando il metodo con cui il gruppo giunger\u00e0 alla soluzione (per esempio: riuscire a convincere il gruppo che la procedura migliore \u00e8 quella di fare dire a ciascuno dei membri la sua opinione e poi di votare cia scuna proposta a maggioranza) e la capacit\u00e0 di mediazione nel caso di eventuali conflitti.<\/p>\n Come comportarsi, dunque, in un colloquio di gruppo? Quali sono gli atteggiamenti che vengono solitamente premiati? \u00c8 difficile proporre regole universalmente valide. Esistono per\u00f2 alcuni elementi che rimangono essenziali a prescindere dal profilo professionale ricercato:<\/p>\n <\/p>\n Ci sono tante occasioni in cui, nel corso della nostra ricerca, il telefono di venta uno strumento importante. Saperlo utilizzare al meglio, dunque, pu\u00f2 fare la differenza. Come per il colloquio, \u00e8 bene che prepararsi su contenuti, toni, destinatari e obiettivi di ogni telefonata, per evitare di\u00a0apparire da subito come una persona che improvvisa in modo ingenuo o incapace di controllare la propria ansia.<\/p>\n Il telefono diventa indispensabile in tutte le seguenti circostanze:<\/p>\n Se non esiste una conoscenza in comune fra noi e il nostro contatto obiettivo che faccia da ponte, centraliniste\/i e segretari\/ie sono spesso ostacoli difficilissimi (quando non impossibili) da superare. E la difficolt\u00e0 aumenta proporzionalmente con la loro professionalit\u00e0. Infatti, fa parte del loro lavoro riconoscere e smistare o “respingere” chi chiama. Esattamente come faremmo volentieri a meno delle centinaia di e-mail di spam che troviamo nella posta elettronica tutti i giorni, non vorremmo nemmeno essere disturbati e interrotti in continuazione nel nostro lavoro e per ragioni che non ci riguardano. E allora, cosa si pu\u00f2 fare per aggirare que sti filtri?<\/p>\n C’\u00e8 chi suggerisce di non anticipare la ragione della telefonata, indicando “ragioni strettamente personali”. Il problema di questo approccio \u00e8 che, se riesce a superare il filtro, il tuo contatto- obiettivo scoprir\u00e0 imme diatamente che queste ragioni “strettamente personali” non sono altro che una richiesta di informazioni o di un appuntamento. La sua reazione immediata sar\u00e0 di irritazione: a questo punto saranno necessarie doti di comu nicazione particolarmente sviluppate o \u00a0sar\u00e0 difficilissimo ribaltare la si tuazione a nostro favore. In ogni caso, se ci si trova in questa situazione o, pi\u00f9 in generale, se ci si accorge di avere chiamato il nostro contatto\u2011obiettivo nel momento sbagliato, concludiamo rapidamente la te lefonata: scusiamoci per il disturbo, comunichiamo che richiameremo in un momento migliore (cercando di sapere quando) e salutiamo educatamente. Nella peggiore delle ipotesi, avremo limitato i danni; nella migliore, avremo ottenuto un appuntamento telefonico. Quasi sempre inutile e comunque scortese \u00e8 lasciare il numero e pretendere di essere richiamati.<\/p>\n Come ogni forma di comunicazione, anche Internet ha le sue peculiarit\u00e0. Rivediamole insieme, con l’obiettivo di non rimanere impigliati nella Rete!<\/p>\n La prima questione da risolvere \u00e8 la connettivit\u00e0. Se non si possiede a casa un collegamento a Internet, non \u00e8 il caso di preoccuparsi. Ogni Comune mette a disposizione, solitamente presso gli Informagiovani, postazioni con nesse a Internet cui accedere gratuitamente.<\/p>\n La seconda questione da risolvere \u00e8 l’accessibilit\u00e0 alla propria casella di posta. L’ideale \u00e8 una casella consultabile via web da qualsiasi postazione. Basta crearne una su qualunque sito offra tale servizio (fra cui Google, Virgilio, Libero, Yahoo! o Hotmail).<\/p>\n Non conviene fornire, per esempio, l’e-mail del posto di lavoro che stiamo attualmente svolgendo ma che desideriamo cambiare (anche per ch\u00e9 rischia di essere letta dai nostri datori di lavoro).<\/p>\n Inoltre, pu\u00f2 essere utile creare una casella ad hoc, che utilizzi esclusivamente per la ricerca, con un duplice vantaggio:<\/p>\n I sistemi di posta elettronica consentono di creare diverse cartelle (o fol ders) per organizzare al meglio le e-mail che spedisci o ricevi. \u00c8 bene non accontentarsi delle cartelle standard “posta inviata” e “posta ricevuta”, in quanto si rischia di confondere le e-mail destinate alla ricerca con tutte le altre. Ogni casella di posta, inoltre, consente la ge stione di una rubrica di indirizzi (address book): \u00e8 importante tenerla organizzata e ordinata in base ai nostri obiettivi.<\/p>\n Consideriamo anche che le percentuali di apertura di e-mail da parte del de stinatario, come dimostrano tutte le ricerche di marketing on line, aumentano significativamente se l’oggetto \u00e8 indicato in modo estrema mente sintetico, semplice e accattivante.<\/p>\n L’attenzione alle parole chiave vale a maggior ragione se si vuole creare una pagina Internet, all’interno di un sito, dedicata al nostro profilo professionale. Questa soluzione, per\u00f2, \u00e8 consigliabile solo se si svolgono pro fessioni quali webmaster, informatico, grafico, fotografo, giornalista, scrittore e, in generale, se si lavora con testo, immagini o multimedialit\u00e0, per cui ha senso mostrare tramite un sito cosa sappiamo fare. Se prestiamo attenzione alla scelta delle parole chiave, consentiremo ai motori di ricerca di rintracciarci proprio in base alle nostre peculiarit\u00e0.<\/p>\n Esistono libri e corsi, anche on line, sull’ottimizzazione dei siti in funzio ne dei motori di ricerca, tutti molti interessanti e utili, ma decisamente eccessivi per un sito personale (a meno che non si abbia intenzione di vendere prodotti o servizi via web). Un sito in cui le parole chiave che ci definiscono sono ben precisate, ripetute pi\u00f9 volte e collocate nei punti strategici (nome del sito, titoli delle pagine, titoli interni alle pagine ecc.) \u00e8 pi\u00f9 che sufficiente.<\/p>\n Internet, come visto, pu\u00f2 essere molto utile per rintracciare informazioni, farsi conoscere e comunicare. Per poter essere utilizzato al meglio, questo strumento richiede un minimo di competenza tecnica e un poco di pazienza: bisogna mettere in conto una buona dose di tempo per ogni collegamento; in particolare, cercando informazioni con i motori di ricerca, \u00e8 molto difficile ottenere dei risultati soddisfacenti al primo tentativo.<\/p>\n La conoscenza di Internet \u00e8 senza dubbio utile anche per arricchire il proprio curriculum, per quanto concerne le tecnologie informatiche. Presto, per\u00f2, tale conoscenza verr\u00e0 considerata come un requisito obbligatorio in ogni settore professionale e non pi\u00f9 come un plus<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il curriculum e la lettera di accompagnamento Nel curriculum vitae si espongono in modo schematico le esperienze del nostro passato scolastico e lavorativo. Lo possiamo immaginare dunque come una sorta di riassunto selettivo della nostra vita, da stilare con precisione e oggettivit\u00e0. Nel curriculum\u00a0vitae\u00a0limitiamoci ad elencare tutte le informazioni che ci sembrano pertinenti per tracciare […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":20836,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[3],"tags":[18,21],"aioseo_notices":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/12595"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=12595"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/12595\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/20836"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=12595"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=12595"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.professioneformatore.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=12595"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}
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\nNei casi della ricerca di lavoro, la domanda solitamente accompagna, sotto forma di lettera, il curriculum. Se si ha una grafia chiara e ordinata si pu\u00f2 compilarla a mano; si formula comunque in prima persona.<\/p>\nIl colloquio<\/strong><\/h3>\n
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\nSi parla di intervista strutturata quando il selezionatore pone domande secondo uno schema predeterminato. I sostenitori di questa soluzione affermano che ricorrere a una serie standard di domande equivale, da un lato, a mettere tutti gli aspiranti nelle medesime condizioni, garantendo in pratica una maggior imparzialit\u00e0 di giudizio; dall’altro, a evitare di perdere informazioni essenziali perch\u00e9 ci si \u00e8 dimenticati di raccoglierle durante il colloquio.
\nQuesto tipo di intervista muove da domande generiche, per poi passare a domande via via pi\u00f9 specifiche. In ogni caso, si tratta di domande dirette e precise, che presuppongono risposte dello stesso tenore e lasciano poco spazio a divagazioni.<\/li>\n
\nNell’intervista destrutturata, invece, le domande non sono predefinite. Durante l’intervista, il selezionatore ci inviter\u00e0 a raccontare libera mente alcuni aspetti o momenti della nostra vita (“Mi parli di…”) e ci incoragger\u00e0 ad approfondire qualche punto. Saremo liberi di riflettere e non ci troveremo di fronte a domande cui si pu\u00f2 rispondere semplice mente con un s\u00ec o con un no. Per la stessa ragione, in questo tipo di colloquio: a)\u00a0 non ci sono quesiti che suggeriscono la risposta (del tipo: “Suppongo che le piacerebbe seguire un corso d’informatica?”); b) l’intervistatore cercher\u00e0 di esplicitare le risposte troppo brevi (per esempio: “Che rapporto ha con l’informatica?”. “Cattivo”. “Per ch\u00e9? Mi spieghi”).
\nIl tutto si basa sulla convinzione che, sentendoci perfettamente a nostro agio, non ci limiteremo a raccontare i nudi fatti (magari studiati a tavolino prima di presentarci al colloquio…), ma sveleremo alcuni elementi della nostra personalit\u00e0.<\/li>\n
\nSi parla di colloquio “semplice” quando l’intervista, di durata variabile \u00e8 svolta all’interno di un ufficio o di una sala riunioni da un unico selezionatore. \u00c8 il tipo di colloquio pi\u00f9 diffuso, che viene utilizzato sia dalle aziende sia dalle societ\u00e0 di ricerca e selezione del personale. Pu\u00f2 accadere anche di dovere sostenere pi\u00f9 di un collo quio (solitamente un paio in tutto), ciascuno con un intervistatore diverso dal primo, spesso di livello superiore al precedente (superiore gerarchico o collega con maggiore esperienza o tuo futuro responsabile).<\/li>\n
\nIl candidato \u00e8 solo di fronte a pi\u00f9 selezionatori che lo sottopongono a una serie di domande. I vantaggi rispetto al colloquio semplice sono es senzialmente due: \u00a0a) i selezionatori elaborano le proprie valutazioni sulla base del mede simo colloquio, confrontandosi sulle medesime risposte fornite dal candidato; b) in un unico incontro, tutte le persone coinvolte nella selezione hanno modo di vedere il candidato, con un’evidente risparmio in termini di tempo e costi.<\/li>\n
\n\u00c8 il caso in cui si convocano contemporaneamente pi\u00f9 candidati, i quali prendono parte a discussioni, a simulazioni di lavoro o a giochi di ruolo. Pu\u00f2 durare anche alcune ore. In alcuni casi, pu\u00f2 essere presente anche pi\u00f9 di un selezionatore (generalmente un paio: chi gestisce la discussio ne\/simulazione e chi osserva le reazioni dei candidati annotando gli aspetti pi\u00f9 interessanti).
\nIl colloquio di gruppo consente di: a) valutare aspetti, come l’interazione con gli altri, che il colloquio individuale non fa emergere con la stessa evidenza; b) fare una scrematura preliminare dei potenziali candidati da ammettere al colloquio individuale (“semplice”), non basando la valutazione sulla sola analisi dei CV.<\/li>\n<\/ol>\n\n
\nGli interlocutori interni possono appartenere, in sintesi, a tre categorie: a) direttori del personale (o suoi collaboratori) oppure responsabili delle risorse umane (o suoi collaboratori); b) futuri capi ufficio; c) imprenditori titolari dell’azienda o dirigenti.
\nNelle medie e grandi aziende \u00e8 difficile che l’imprenditore e le alte ca riche dirigenziali siano coinvolti personalmente nel processo di sele zione; quando questo accade, si tratta di assunzioni per posizioni di vertice. Viceversa, nelle piccole imprese molto spesso il titolare o il di rettore generale si occupano direttamente delle selezioni.<\/li>\n
\nTalvolta sono le societ\u00e0 di intermediazione di domanda e offerta di la voro a svolgere la ricerca del personale per conto delle imprese; in alcu ni casi gestiscono l’intero processo selettivo oppure, pi\u00f9 frequentemen te, solo la fase preselettiva, consegnando poi alla societ\u00e0 cliente una rosa di candidati fra cui scegliere.
\nAlcune di queste societ\u00e0 raccolgono curricula solo per la specifica posi zione ricercata dalle imprese committenti (se il curriculum inviato non ri sulta di interesse, non viene neanche trattenuto per una successiva e di versa selezione), altre (la maggior parte, soprattutto se offrono i loro servizi tramite una piattaforma online), hanno tutto l’interesse ad archi viare i curricula ricevuti nella propria banca dati (se risulta costantemen te aggiornata e ricca di profili, consente di soddisfare in modo accurato e tempestivo le esigenze delle aziende clienti). Vale quindi la pena di au torizzare queste societ\u00e0 di intermediazione a trattare i propri dati perso nali secondo quanto stabilito dalla legge sulla privacy.<\/li>\n<\/ol>\n
\n<\/strong><\/div>\nIl giorno del colloquio<\/strong><\/h3>\n<\/div>\n<\/div>\n
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\nquando ci \u00a0rivolgiamo a qualcuno, senza cercare per\u00f2 di ipnotizzarlo);<\/li>\nCome vestirsi?<\/strong><\/h3>\n
Come rispondere alle domande?<\/strong><\/h3>\n
\nQuando parliamo di noi stessi, \u00e8 un errore enfatizzare troppo la nostra preparazione o le nostre esperienze: creeremmo un’immagine supponente. Tuttavia, deve trasparire la fiducia in noi stessi.<\/p>\nCome affrontare un colloquio di gruppo<\/strong><\/h3>\n
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Telefono e Internet per trovare lavoro\u00a0<\/strong><\/h3>\n
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