Quanto siamo capaci desiderare e di sognare? Questa è una domanda davvero importante che oggi voglio portare alla tua attenzione!
Tempo addietro, durante le vacanze di natale per essere precisi, mi sono imbattuto in una esperienza interessante ! Leggendo un volume dedicato ad alcune tecniche di sviluppo personale ho trovato un esercizio all’apparenza semplice che poi si è rivelato molto più difficile di quello che riuscivo ad immaginare.
Il volume, nel capitolo dedicato alla definizione degli obiettivi personali, similmente a tanti altri testi del genere, dava una serie di indicazioni sulle qualità che dovevano avere gli obiettivi per essere definiti tali: “ l’Obiettivo, quando viene definito, deve essere significativo, specifico e misurabile, deve avere una scadenza, deve essere flessibile, stimolante, coerente con i propri valori etc etc.”. Fin qua niente di nuovo nel genere!
Tutti i libri di sviluppo personale presentano queste argomentazioni e le propongono tra i primissimi capitoli.
Quello che veramente ho trovato nuovo, e che propongo alla discussione del gruppo, era l’esercitazione proposta che, devo dire, mi ha tenuto bloccato per parecchio tempo. L’esercizio richiedeva identificare 101 desideri da tradurre in corrispondenti obiettivi. Cito testualmente : “per stimolare le vostre facoltà creative, redigete una lista di 101 obiettivi che desiderate raggiungere nei prossimi 10 anni. Fatelo divertendovi e siate aperti a tutte le possibilità”.
A primo acchito mi sono detto : “ e che ce vo! So pure pochi” ma, prendendo carta e penna dopo un paio d’ore mi sono accorto di essere riuscito ad identificarne appena 18. A quel punto ricordo di essermi giustificato dicendomi: “è tardi sei stanco! Va a dormire! ci pensi quando hai un po di tempo in più!”, ma dopo una settimana, la lista non era progredita più di tanto… appena 24 , e dopo 2 settimane 34 obiettivi definiti. A quel punto il 35mo obiettivo non poteva non essere “ Voglio Finire sta benedetta lista!” 😉 La verità è che mi ero bloccato. Non riuscivo ad andare avanti. Come mai? Come poteva essere che non riuscivo ad immaginare 101 desideri idonei ad essere definiti come obiettivi, cioè qualcosa per cui valeva la pena quantificare, decidere, pianificare e scegliere? In altre occasioni mi definisco una persona creativa (“so pure grafico! E faccio anche dei lavori discreti” ) . Ma in questa non riuscivo a inventare, immaginare, desiderare qualcosa per me. La cosa più grave è che il volume non prevedeva una via di fuga alternativa. Non c’era il paragrafo adatto ai tipi come me : “ se non ci sei riuscito vuol dire che…. allora fai questo” ho cercato e ricercato nelle pagine successive ma, non era contemplata l’ipotesi in cui una persona non riuscisse ad identificare i 101 obiettivi. Bisognava terminare l’esercizio per poter andare avanti.
Questa esperienza mi ha dato il via per una riflessione. Che propongo a tutto il gruppo!
Come mai molti di noi non riescono a desiderare tanto e tante cose? Da bambini ognuno di noi aveva un’immaginazione molto fervida e dei desideri vivissimi. Partecipare e vincere 1000 battaglie, diventare campioni nello sport, diventare forti al punto da sollevare macchine intere, diventare dei grandi architetti, ingegneri, contanti, attori, capi di stato etc etc. Ma gli adulti ?
Le persone diventando adulte perdono questa capacità di desiderare ed immaginare i propri desideri, i propri sogni. Perdiamo la capacità di rispondere a questa semplice domanda: “ quali sono i tuoi sogni?” Forse perché ci viene insegnato che la vita non può darci quello che desiderimo. Oppure ci viene detto che le strade che conducono alla realizzazione sono più tortuose di quello che si pensa, che bisogna volare basso e rimanere con i piedi per terra per non finire nei guai. Il numero degli obiettivi che una persona riesce a darsi nel corso degli anni si riduce forse perchè si pensa che la vita sia un insieme di sacrifici e di scelte tra alternative incompatibili.
Quindi si sostiene: “O la famiglia o la carriera”, “o vivo in città, o vivo in campagna”, “o mi trovo un lavoro stimolante o mi trovo un posto sicuro” e così via. Alle volte si ritiene che alcuni obiettivi, sopratutto quelli prioritari siano così difficili da realizzare che devono annientare tutti gli altri e quindi si dice: “fino a che non mi trovo un posto fisso non potrò….” oppure “solo quando mi sarò laureato potrò ….” e così via. I desideri molto più spesso vengono abbandonati e non si traducono in obiettivi perché non si riesce a vedere chiaramente la strada per realizzarli.
Quasi come se ognuno di noi cercasse un programma dettagliato per l’ottenimento del risultato con tanto di assicurazione. Forse ci si concentra un po troppo sul “come” piuttosto che sul “cosa e perché”. Così facendo si perde l’orientamento. La domanda che pongo ad ognuno è : Tu riesci a definirli 101 obiettivi o ti fermi prima? Se non ci riesci, quale è il motivo secondo te?
Ps. la lista adesso l’ho quasi finita!
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Davvero molto interessante. Trovo che queste argomentazioni siano alcune delle poche in grado di stimolare la mente alla crescita di sè stessa e ad aprire nuovi e insperati orizzonti. Oggi ci sono così pochi evidenti stimoli al miglioramento di sè stessi, che trovare le giuste parole che inneschino il processo di autoacquisizione o di autoapprendimento o di semplice appagamento mentale è raro. Bell’articolo!
Bella la Tecnica dei 101 desideri! E’ un’antica tecnica orientale molto pubblicizzata ultimamente da Igor Sibaldi, scrittore e studioso italiano, sempre in giro per il paese dispensando conferenze e seminari appassionanti su temi inerenti a ciò che potremmo definire “crescita personale”. Allo scopo di sollecitare l’abbondanza dell’immaginazione, la sua versione di questa tecnica propone addirittura di partire da 150 desideri da buttare giù nell’arco di un anno con precise regole (una specifica formula, un numero massimo di parole da utilizzare, escludere alcune parole “negative”…). Dai 150 si passa poi a 101 ricopiando tutto “in bella” nell’arco dell’anno successivo. Personalmente dal giorno 6 giugno 2016 sono oggi arrivata al desiderio numero 119! E’ un’operazione lunga e laboriosa: è tortuoso portare alla luce un numero così sovrabbondante di desideri! Specialmente se si considera che col passare del tempo molti desideri si avverano (e quindi vanno cancellati e sostituiti con un nuovo desiderio), altri desideri cambiano perché cambiamo noi, ma soprattutto è difficile perché non siamo più abituati a desiderare veramente. La sfida è quella di imparare nuovamente a desiderare, di disobbedire a quell’impietoso comandamento, che pare attraversare silente la nostra epoca, che ci vorrebbe tristi, inquadrati, senza più la capacità di sorprenderci, senza un pizzico di sana follia, senza più la capacità di desiderare, senza il coraggio di dire: “Io voglio…”