Quali sono le opportunità di mercato per un formatore? A queta domanda ho provato a dare una risposta nel corso del seminario del 24 ott. 2009.

L’intervento intendeva tracciare le linee guida per una corretta analisi del sistema della formazione professionale dal punto di vista del delle opportunità di business e delle prospettive occupazionali dei prossimi anni.

Di seguito pubblico la trascrizione  dell’intervento

 

Intro

Ciao! innanzitutto ti do il mio personale benvenuto in questa presentazione dei servizi dell’associazione formatori professionisti.  Questo filmato è la replica dell’intervento introduttivo al seminario del 24 ottobre 2009. Per tutti coloro che non sono potuti essere presenti Abbiamo pensato di realizzare questa breve video presentazione.

Sono contento che tu abbia deciso di ascoltare questo filmato perché ci dai l’opportunità di condividere alcune considerazioni sul mercato della formazione professionale e di presentarti i servizi l’associazione Afp (Associazione Formatori Professionisti) .

Quello di cui ti voglio parlare è del mercato della formazione professionale e  delle opportunità di impiego di chi svolge il mestiere di Formatore.

Quella del formatore è una professione relativamente giovane storicamente la  nasce alla fine degli anni ’70 per rispondere alle esigenze di aggiornamento e riconversione delle professionalità degli operai delle grandi aziende. Nel corso degli anni si sviluppa poi intorno a 4 linee.

I quattro segmenti del “Mercato della Formazione” 

il mercato della formazione è costituito oggi da 4 segmenti

  1. La formazione finanziata
  2. La formazione auto finanziata
  3. la formazione privata
  4. la formazione aziendale

Come sono nate e si sono sviluppate nel corso degli anni queste aree di business?

 

Partiamo dalla formazione finanziata!

Fino a una 15na di anni fa il la formazione finanziata da risorse pubbliche era una un’area di business ancora sconosciuta ai più.

Per formazione finanziata intendiamo tutte quelle attività di formazione il cui costo viene coperto (in parte o in toto)  dalle Istituzioni che distribuiscono le risorse disponibili  ai diversi destinatari per lo più attraverso bandi pubblici.  Chi finanzia questo tipo di formazione ? il F.S.E.(Fondo sociale europeo), Le Regioni,  le Provincie,  le Fondazioni, Governo e Ministeri,  le Università, i Fondi interprofessionali (FAPI ,  FONDIMPRESA, FONDARTIGIANATO etc etc etc )

Questi fondi sono cresciuti via via nel tempo parallelamente alla crescita di attenzione dell’operatore Pubblico nei confronti della forza lavoro disponibile in un paese, anche a seguito del processo di de-industrializzazione delle economie avanzate.

In quest’ottica le risorse per la formazione sono state sempre considerate parte importante ma non predominante di una politica sociale e di coesione. L’idea di base è quella che gli Stati occidentali e le economie avanzate per raggiungere l’obiettivo del benessere generale, si prendono cura anche dei disoccupati e dei lavoratori deboli che possono divenire disoccupati per obsolescenza delle proprie competenze. Obiettivo è ridurre al minimo  la disoccupazione puntando alla crescita delle competenze personali .

Queste risorse sono Cresciute negli anni e in particolar modo negli anni 90 a seguito dell’accelerarsi dei processi di de-indistrializzazione e terziarizzazione dell’economia. Documento di fondamentale importanza che ha ispirato tutta la politica di gestione dei fondi per la formazione degli ultimi 20 anni è il libro bianco di Delors “Crescita competitività e occupazione” del 93 in cui la formazione è considerato l’asset centrale delle politiche sociali. Le istituzione dell’europa devono  occuparsi di occupazione e disoccupazione. Attraverso Le politiche attive di cui la formazione e l’aggiornamento delle competenze sono la principale .

Chi opera in questo tipo di mercato ?

La formazione secondo quanto stabilito da tutti gli strumenti di programmazione del danaro pubblico è una attività senza fine di lucro.

Le risorse devono essere utilizzate solo per ripagare il lavoro dei singoli addetti al progetto di formazione in base al criterio della rendicontazione.

Fino a dieci quindici anni fa operavano su questo mercato associazioni, fondazioni e per lo più cooperative. Gruppi di  giovani laureati che cercavano lavoro prima di tutto per loro stessi, si costituivano in associazione o in cooperativa e partecipavano con dei progetti ai bandi pubblici. Il settore ha scoperto un notevole incremento con la programmazione dei fondi strutturali del 1994-1999 e del 2000-2006 . Le crescenti risorse spingevano tante persone ad occuparsi di formazione finanziata.

La maggior parte di questi fondi era destinata ai disoccupati o lavoratori a rischio di obsolescenza delle competenze professionali, cioè persone over 50 che non conoscevano l’uso del computer e non sapevano parlare le lingue. In questo i giovani laureati dell’epoca potevano facilmente rispondere alle loro esigenze formative.

Mercato della Formazione autofinanziata

Oltre quella finanziata dalle risorse pubbliche  c’è poi la formazione Autofinanziata. Per formazione autofinanziata regionale si intendono tutti quei corsi realizzati da enti privati, che rilasciano un attestato di qualifica professionale, finanziati dagli stessi corsisti attraverso il pagamento di una retta. Questi corsi riconoscono a valle del percorso d’aula un attestato di qualifica per il corsista riconosciuto  dalla Regione e valido in tutta su tutto il territorio Nazionale e nella comunità europea .

Questo tipo di corsoi varia da regione a regione . I programmi e le figure professionali non sono, ancora oggi standardizzate, e per uguali figure professionali alle volte da regione a regione cambiano sensibilmente i programmi. Unica caratteristica comune di questi corsi è la durata, stabilita in 420 ore minime per il rilascio di un attestato di qualifica.

In questo segmento del mercato della formazione operano piccole società private, costituite spesso come Srl o SNC che vendono a mercato corsi con qualifica. Fino a 5-6 anni fa i corsi più diffusi erano i corsi per parrucchieri, estetiste, e i corsi di Programmazione cobol e operatore di computer. il vero valore aggiuto di questi corsi era la certificazione regionale. I ragazzi si iscrivevano a questi corsi perchè cercavano un attestato che gli permettesse di presentarsi  ad un eventuale datore di lavoro.

Mercato della Formazione Aziendale

Altro settore è quello della formazione Aziendale, cioè la formazione svolta dalle aziende ai propri dipendenti e collaboratori, finanziata con risorse proprie. Questo tipo di formazione nasce in italia a metà degli anni 70 quando a seguito della crisi petrolifera  e dell’avvio dei primi processi di deindustrializzazione mettono le aziende nella condizione di riconvertire il proprio personale. Questo tipo di formazione inizialmente percepita dai sindacati degi anni 70 come una minaccia trova il suo maggiore sviluppo negli anni 90 e  prende l’avvio l’esigenza di formare il personale aziendale a nuovi compiti e mansioni. Molti operai per tutto il decennio degli anni 80 e i primi  anni 90  si vedono coinvolti in percorsi di aggiornamento delle competenze professionali, spesso anche contro la loro volontà. Le grandi aziende vivono periodi di crisi e comincia la mobilità interna. In questo ambito Spesso i formatori sono gli stessi dipendenti dell’azienda.   ingegneri  o tecnici specializzati che si prendono cura di trasmettere le nuove procedure operative per le nuove linee di produzione.

Dicevamo, Questo interventi di formazione sono per lo più finanziati  con risorse proprie delle aziende e fanno capo agli uffici del personale. La funzione formazione è parte operativa dell’ufficio risorse umane e spesso i corsi di formazione sono utilizzati come uno strumento di gestione dei dipendenti. I corsi tutti specialistici sono usati dalle aziende non solo per sviluppare skills (competenze) ma anche  per condividere la mission aziendale e far percepire  i dipendenti di uno spirito di squadra o come strumento di incentivazione . in questo ultimo senso la formazione è parte integrante della politica di sviluppo delle risorse . Il messaggio che comunica l’azienda è chiaro: ” se sei un buon lavoratore ti metto in formazione e così i do degli strumenti per fare la tua carriera.

Alcune aziende come la fiat si dotano addirittura di un proprio ente di formazione interno al gruppo .

Le aziende che investono di più in formazione sono le grandi aziende metalmeccaniche e le aziende bancarie ed assicurative per sviluppare le reti vendita.

 

Mercato della Formazione Privata

Ultimo comparto della formazione è quella che definiamo formazione privata , anche essa lavora come e altre sulle skills. Questo tipo di formazione è pagata dagli stessi corsisti e rilascia certificazioni non riconosciute dall’operatore pubblico ma dal Mercato .

Si sviluppa nel corso degli anni intorno a due asset , le lingue, in particolare l’inglese e le competenze informatiche . Tipiche attività di questo comparto sono i centri british i, in lingua e i centri di formazione microsoft o cisco sap e così via.

 

Evoluzione

C’è da chiedersi oggi Come si è evoluto il mercato della formazione professionale nei suoi tre comparti e quali sono le prospettive professionali di chi intende lavorare come  formatore. Dalla sua nascita ad oggi la formazione professionale è cambiata tantissimo e si è passati in soli 20 anni da un mercato quasi pionieristico ad un mercato evoluto dove sono alti i livelli di  concorrenza e i margini si riducono.

 

Utilizzando come metafora l’evoluzione umana possiamo dire che Fino agli anni 90 il mercato della formazione si trovava nella condizione dell’Homo erectus mentre oggi ci troviamo nell’era dell’homo saapiens, avendo attraversato l’era del neandertal.

Fino agli anni 90, ci troviamo ancora all’epoca dell’homo erectus. Le aziende che operano nei tre comparti individuati nel mercato della formazione, internalizzano ancora tutti i costi della formazione e in particolare i costi della Docenza e delle attività d’aula. Ogni ente è formato da docenti e personale amministrativo. in rapporto di 3 a 1 ogni 3 docenti c’è un amministrativo. Nelle piccole realtà i docenti svolgono anche compiti amministrativi, nelle aziende di grande dimensione i docenti sono dipendenti trasferiti da altri reparti.

 

In questo primo decennio del 2000 gli enti di formazione e le aziende che fanno formazione al loro interno vivono un processo di trasformazione organizzativa che porta all’esternalizzazione dei costi di docenza. In particolare per gli enti e le aziende che lavorano nel settore dei finanziamenti pubblici a seguito dell’adozione delle potitiche di accreditamento da parte delle regioni e degli oneri amministrativi imposti dal vademecum di rendicontazione dell’FSE che aumentano la mole di lavoro per le gli uffici. Gli enti si trovano così a doversi munire sempre più di personale amministrativo opportunamente formato. Non c’è più spazio per i docenti che vengono incaricati solo su commessa con contratti di consulenza. L’ente che lavora sul finanziato si trasforma in un gestore di documenti e progetti.

Lo stesso fenomeno di esternalizzazione dei docenti/formatori si registra negli enti autofinanziati e nelle aziende. Il decennio è caratterizzato dalla crisi del manifatturiero e del metalmeccanico e da bassi tassi di crescita. L’esigenza di ridurre i costi fissi diventa pia piano una priorità per tutte le aziende. I docenti formatori si trovano così a non essere più assunti ma ad essere incaricati con contratti di consulenza a partita iva.

Le previsioni per il futuro non sono tanto diverse dalla situazione attuale. I docenti saranno sempre più persone contrattualizzate co contratti di consulenza, mentre gli ent i si dovranno dotare anche di una struttura di Marketing e vendite.  Il sistema dei Vaucher formativi spinge anche gli enti della formazione finanziata a strutturarsi con una forza vendita, dovendo reclutare i corsisti.

IN SINTESI

In sintesi oggi il mercato della formazione diventa un mercato sempre più flessibile. Chi Lavora come docente Molto difficilmente si troverà a farsi assumere da una azienda o da un ente. Il suo lavoro dovrà articolarsi come un lavoro da professionista autonomo . Le figure professionali che troveranno invece collocazione stabile in azienda saranno invece i profili amministrativi e gli addetti al marketing e alla vendita.

IL lavoro del formatore non è sicuramente un posto fisso . Anzi Se in passato alcune realtà aziendali sembravano alimentare questa speranza oggi questo non è più ipotizzabile. Nemmeno con le grandi multinazional che necessitano di ridurre i costi fissi.

Cosa significa questo che è finita l’era della formazione ?  Sicuramente No !

Oggi la percezione del bisogno di formazione da  parte delle aziende tende a crescere, è la disponibilità a spendere che si è ridotta.

Per chi esercita professionalmente l’attività del formatore si aprono scenari precedentemente inimmaginabili a patto che si abbia la disponibilità ad investire e a lavorare. Oggi Chi fa il formatore può e deve lavorare con un numero crescente di committenti . In alcun casi il formatore colaborerà con enti  con le aziende come docente altre volte sarà lui stesso ad esercitare il ruolo di azienda commttente nei confronti di altri docenti. In altre parole stiamo vivendo la flessibilità. Nessuno ne è escluso. e questo rappresenta una grande opportunità perchè ci mette tutti in gioco.

In questi anni stiamo assistendo anche ad un altro fenomeno molto interessante nel settore della formazione : LA costruzione di una filiera della committenza della docenza.

Il fenomeno della sub fornitura sta diventaando sempre più diffuso e funziona più o meno in questo modo. Una grande azienda ha intenzione di realizzare un corso per i suoi operai dipendenti . Non avendo ne tempo ne interesse a selezionare un numero congruo di formatori si rivolge ad una azienda intermediaria richiedendo la realizzazione per intero delle attività corsuali. L’intermediario a questo punto indiidua sul mercato i possibili fornitori e li utilizza per realizzare quel progetto specifico. La Slide mostra una classica Situazione di mercato. L’azienda clliente acquista a 50 e il formatore si prende solo 25 euro.

Ci sono poi situazioni dove i passaggi della filiera produttiva sono ancora più lunghi come nel caso di alcuni corsi finanziati dove da una commessa di 100 si arriva ad un guadagno di 25 da parte del formatore.

 

Crisi

 

In questi ultimo anno abbiamo scoperto la crisi. La crisi del nostro sistema economico viene da lontano, dai primi anni 90. Quest’anno con gli andamenti negativi dei mercati finanziari e la stretta del credito ne vediamo solo la parte finale.

Cosa succede con la crisi : Si riducono le risorse disponibili per la Fomazione. Le aziende alcune chiudono e quele che non chiudono esternalizzano. In questo ultimo anno abbiamo visto che moltissime aziende Hanno affidato in esterno l’intera gestione delle risorse umane a società specializzate che ne gerantiscono la gestione a costi molto bassi.

Per quanto riguarda le risorse pubbliche molte sono finite nei forzieri dell’INPS per pagare la cassa integrazione e le altre forme di sostegno al reddito.

 

Su questo ultimo passaggio vorrei muovere una piccola nota polemica. e pur vero che il sostegno al reddito è una priorità, ma , la formazione mette in moto le persone. Un disoccupato o una persona in cassa integrazione se va ad un corso con un altra decina di persone avrà modo di ampliare le proprie conoscenze , sviluppare nuove abilità, confrontarsi di parlare sviluppare idee e perchè no? potrebbe ritrovarsi un lavoro da solo grazie al confronto e allo scambio che ha in aula.

L’assistenzialismo rende immobili le persone in quanto quello stesso disoccupato stando a casa riceverà un sussidio senza fare nulla ma sopratutto avrà meno occazioni di confornto e di scambio con colleghi e docenti. Con grande facilità tenderà a concentrarsi solo sul suo problema e forse si deprimerà pensando che non c’è alternativa.

 

Un Formatore cosa deve Fare

lavorare su più attività. Sulla formazione obbligatoria su quella finanziata fse, quela dei fondi interprofessionali e così via. Un formatore dovrà essere flessibile adattabile .  in queso modo potrà lavorare con più enti e con più aziende.

Per fare questo dovrà investire in qualità percepita del servizio offerto e promozione del servizio stesso. Qualità e promozione diventano i due assett strategigi della politica di marketing di un formatore. Investendo in qualità e promozione ogni formatore avrà la possibilità di sviluppare quella necessaria rete di contatti che gli consentirà di lavorare tutto l’anno e non solo dei piccoli periodi. Va da se che più sono bravo più i clienti mi chiameranno .  più riesco a sviluppare relazioni più probabilmente le aziende penseranno a me nel momento in cui avranno bisogno di un formatore!

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Autore: Luciano Cassese

Luciano Cassese CEO Fosforo24 Fondatore ed editore di Professioneformatore.it Trainer, Speaker, Self Marketing Coach, Imprenditore On Line Appassionato Marketing, Sviluppo Personale, Meditazione https://www.lucianocassese.it