Branding | Professione Formatore https://www.professioneformatore.it Risorse per formatori e coach eccellenti Fri, 11 Mar 2022 10:16:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.12 Il fascino pericoloso della Formazione (e del Coaching) https://www.professioneformatore.it/il-fascino-pericoloso-della-formazione-e-del-coaching/ https://www.professioneformatore.it/il-fascino-pericoloso-della-formazione-e-del-coaching/#respond Wed, 02 Feb 2022 09:20:40 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=23207 My friend, qui Max Formisano.   Nell’ultimo decennio, è indubbio che il fascino del coaching abbia attirato migliaia di persone desiderose di imparare questa professione di supporto per singoli o team. Invece la formazione, che ha avuto il suo picco molti anni fa, nel nostro paese ha un’età consolidata di oltre mezzo secolo (mi riferisco […]

The post Il fascino pericoloso della Formazione (e del Coaching) first appeared on Professione Formatore.]]>
My friend, qui Max Formisano.

 

Nell’ultimo decennio, è indubbio che il fascino del coaching abbia attirato migliaia di persone desiderose di imparare questa professione di supporto per singoli o team.

Invece la formazione, che ha avuto il suo picco molti anni fa, nel nostro paese ha un’età consolidata di oltre mezzo secolo (mi riferisco a quella manageriale).

Ma questo non significa che non sia, ancora oggi, uno degli strumenti principali di crescita delle aziende e delle persone.

 

La domanda che mi pongo è: a fronte di questo crescente offerta di “professionisti” del coaching, la domanda del mercato è cresciuta di conseguenza?

Lavorando da venti anni in questo mondo, credo di avere non solo il polso del mercato ma anche una fitta rete di amici e colleghi con cui scambio spesso informazioni.

 

E la risposta è: no!

 

Moltissimi autoproclamatisi coach, non hanno clienti a sufficienza per “campare” solo della professione. E non solo perché alcuni non sono davvero professionisti ma improvvisati, mestieranti, ma anche perché in un mercato abbastanza maturo (le prime scuole per coach risalgono a più 15-20 anni fa), senza strumenti di marketing sono pochi quelli capaci di fare strada.

Dunque, abbiamo un’anomalia di un mercato con un’offerta più “matura” della domanda (quando una persona è “bloccata” in qualche aspetto della sua vita, la prima cosa che gli viene in mente non è certo “ho proprio bisogno di un coach!”).

 

Altra domanda che richiede risposta, secondo me, è a che cosa si debba quest’attrazione per la professione.

Beh io ho una risposta più pragmatica rispetto all’improvvisa scoperta da parte di migliaia di persone del fatto che la loro missione consista proprio nell’aiutare gli altri!

 

  • Primo: il supportare le persone nella loro evoluzione esercita una sorta di fascino misterioso che ci fa sentire meglio, ci dona più potere personale.
    In altri termini: aiutando qualcuno, aiuto anche me stesso a sentirmi meglio.
  • Secondo: l’organizzazione di un corso di formazione viene percepita come un’attività molto più impegnativa rispetto a trovare uno o più clienti di coaching.
    Che si tratti di formazione aperta al pubblico pagante o formazione aziendale, l’asticella sembra essere molto più alta rispetto al procacciarsi singoli clienti.

 

Lungi da me l’idea di paragonare professioni così diverse (formatore e coach), ci sono degli assiomi che mi hanno sempre supportato nella formazione e nel coaching e che vorrei condividere con chi ha voglia di rimboccarsi le maniche per avere risultati di un certo livello

 

  1. Chi sa usare a livello professionale il marketing (il che non significa solo fare una paginetta in cui si regala qualcosa…), avrà sempre un vero business e non qualche cliente ogni tanto
  2. Chi sa come distinguersi realmente dai competitors (il che non significa trovare uno slogan creativo o ricorrere a prezzi stracciati), avrà sempre un vantaggio competitivo a supporto del proprio business
  3. Chi fa il proprio lavoro a livello eccellente, cioè in maniera di gran lunga superiore ai competitors, sarà sempre aiutato dal passaparola (che però, salvo eccezioni, non è più sufficiente, come era una volta, a costruire e mantenere in piedi un business).

 

Se sei un formatore a 360°, o se sei un coach, che tu lo voglia o no,

dovrai capire e accettare i seguenti principi.

 

  • Se userai a livello professionale il marketing, avrai un vero business e non qualche cliente ogni tanto.
  • Se saprai come distinguerti realmente dai competitors, avrai sempre un vantaggio competitivo a supporto del tuo business.
  • Se farai il tuo lavoro a livello eccellente, cioè in maniera di gran lunga superiore ai competitors, sarai sempre aiutato dal passaparola.

 

Devi riflettere su questo concetto: se il marketing fosse qualcosa di facile o intuitivo, tutti avrebbero successo.

Invece è qualcosa che dovrebbe essere studiato e approfondito con la giusta attenzione e il giusto tempo, per avere possibilità di spiccare mercati competitivi come quelli della formazione e del coaching.

 

L’errore forse più comune di coach e formatori che entrano nel mondo del lavoro è quello di voler prendere la fascia più ampia possibile di mercato.

Invece, il modo corretto è il contrario: restringi il più possibile (ma senza esagerare) il tuo target ideale, che ti considererà uno specialista e ti preferirà ai generalisti (approfondirò questo tema quando parlerò di nicchia e posizionamento).

 

Nella formazione: ormai basta un sito per proclamarsi esperti di team building e leadership senza mai aver avuto uno straccio di collaboratore!

Ma anche di gestione del tempo, di relazioni efficaci, di creatività, di public speaking, di vendita, intelligenza emotiva e così via.

Invece, il modo corretto è il contrario: costruisci un business su una sola specializzazione e quando raggiungi solide fondamenta (e così il tuo brand), puoi pensare di affiancare un altro tema a quello originario (e così via, lo consolidi nel tempo e poi puoi aggiungere qualcos’altro).

                                   

Nel coaching: sono stufo di vedere ragazzetti con la bocca ancora sporca del latte della mamma, che entrano nel mercato proclamandosi, life, sport e anche business coach, senza mai aver messo piede in una vera azienda.

Con un occhio alle richieste del mercato, fai quello che sai fare, preferendo sempre ciò che rispecchia i tuoi talenti, le tue passioni e le tue competenze.

E questo vale anche per la formazione.

 

My friend, alla prossima!
Max Formisano.

 

 

PS: se vuoi buttarti a capofitto nello studio di queste discipline sotto la mia guida (sono anche conosciuto come “il Formatore dei Formatori”), e vuoi diventare un formatore o un coach, distinguendoti da tutti gli altri e puntando solo all’eccellenza, allora scopri il mio ultimo corso Trainer Legend:

 

CLICCA QUI per Trainer Legend

 

PPS: dai un’occhiata allo Shine Club, la prima membership interamente dedicata a Oratori e Formatori:

 

CLICCA QUI per Shine Club

 

 

The post Il fascino pericoloso della Formazione (e del Coaching) first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/il-fascino-pericoloso-della-formazione-e-del-coaching/feed/ 0
L’onda anomala: le nuove strategie aziendali per trarre vantaggi dal web https://www.professioneformatore.it/londa-anomala-le-nuove-strategie-aziendali-per-trarre-vantaggi-dal-web/ https://www.professioneformatore.it/londa-anomala-le-nuove-strategie-aziendali-per-trarre-vantaggi-dal-web/#respond Thu, 22 Sep 2016 05:00:55 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22733 Sai che un’onda anomala corre sul web? Si tratta dell’onda anomala dei consumatori che sovvertono le regole del marketing, si ribellano alle prassi consolidate e pretendono di interagire con le aziende, di influire sulle loro decisioni. Le imprese hanno dovuto adattarsi e modificare le proprie strategie e le proprie filosofie in questa nuova relazione instauratasi […]

The post L’onda anomala: le nuove strategie aziendali per trarre vantaggi dal web first appeared on Professione Formatore.]]>
Sai che un’onda anomala corre sul web?

Si tratta dell’onda anomala dei consumatori che sovvertono le regole del marketing, si ribellano alle prassi consolidate e pretendono di interagire con le aziende, di influire sulle loro decisioni.

Le imprese hanno dovuto adattarsi e modificare le proprie strategie e le proprie filosofie in questa nuova relazione instauratasi con il web; Una relazione un po’ forzata nei primi tempi con le aziende costrette a difendersi dai consumatori un po’ troppo attenti o addirittura sopra le righe che attentavano alla buona reputazione di una società.

Viviamo in un’epoca in cui bisogna necessariamente riuscire a convivere con le nuove tecnologie.

Tra queste Internet ovviamente la fa da padrone.

In questo momento qualcuno sta commentando i tuoi prodotti su un blog, tagliuzzando i tuoi spot su YouTube, aggiornando su Wikipedia la definizione della tua azienda o cercando alleati contro di te su qualche sito di social networking.

I blog, i forum, i social network, tanti strumenti alla portata di tutti, semplici da usare e potenzialmente distruttivi.

Che cosa pensi di fare per non essere spazzato via?

Cambiare per crescere: farsi cavalcare dall’onda anomala

L’onda anomala” è il libro di Charlene Li Josh Bernoff ; l’uno esperto di web 2.0 mentre l’altro di tecniche per comprendere come le persone utilizzano e sfruttano le tecnologie a loro disposizione.

L’espressione “onda anomala” è utilizzata per indicare un insieme di voci, un brusio che viene a crearsi grazie ad internet e che vede unite più persone distanti fisiacamente tra loro, ma vicine nella causa che sentono propria e nella quale si riconoscono e sostengono tutti insieme.

Internet è divenuto nel breve periodo un mezzo tanto potente quanto efficace per aumentare la visibilità del marchio aziendale e accrescere le entrate da un punto di vista economico.

Internet è il mezzo necessario per le imprese che hanno dovuto affrontare dei percorsi di aggiornamenti e di svecchiamento per restare al passo con i tempi.

L’evoluzione costante delle tecnologie non è altro che il frutto delle accresciute esigenze della gente che hanno bisogno di confrontarsi con altre persone, di protestare.

Su Internet hai la possibilità di godere di spazi liberi, gratuiti e aperti a tutti dove poter esprimere le tue opinioni sugli argomenti più disparati.

Di fronte a questa invasione gli autori suggeriscono di non spaventarsi, ma piuttosto di cavalcare l’onda e di trarre dei vantaggi; un po’ come avviene nel jujitsu.

Infatti, quest’arte marziale giapponese ti consente di imbrigliare la potenza del tuo avversario in modo da sfruttarla a tuo vantaggio.

Quest’immagine diventa l’esempio che gli autori fanno per descrivere come ci si dovrebbe comportare nei confronti di questo cambiamento impetuoso tecnologico.

Quindi per incanalare la forza al meglio non bisogna limitarsi a parare un solo colpo ma imparare a riconoscere tutti i movimenti dell’avversario proprio come si fa nelle arti marziali.

Il metodo Post

Gli autori poi continuano sottolineando l’importanza di osservare prima se stessi, la propria azienda, i propri clienti e da li poi partire per creare una strategia più adatta, ma tendenzialmente i manager fanno il contrario.

Il metodo che gli autori propongono segue l’acronimo di Post che sta a significare :

  • P: per persona;
  • O: per obiettivi;
  • S: per strategie;
  • T: per tecnologie.

Gli autori forniscono, in aggiunta, un ricco corredo di storie aziendali emblematiche – da Procter & Gamble, a Dell, a Best Buy e molte altre –, spunti interessanti e consigli immediatamente traducibili in azione, aggiornando in modo chiaro manager e imprenditori sulle nuove frontiere della Rete e indicano la strada per sfruttare al meglio i più attuali canali di comunicazione con il mercato.

Ovviamente il tutto non è immediatamente traducibile in azione come un atteggiamento innato ed innaturale.

Basta cogliere pensieri specifici da incorporare gradualmente come: procedere a piccoli passi; padroneggiare un aspetto alla volta partendo dall’ascolto e di fondamentale importanza avere il supporto dei dirigenti per vivere l’azienda in modo differente.

L’onda anomala: l’evoluzione nell’utilizzo del web

Il testo è perfettamente attuale: descrive l’evoluzione avvenuta nell’utilizzo del web ed i risvolti nell’imminente futuro.

Sembra già tutto scritto: ognuno di noi dovrà uniformarsi alla nuova tecnologia e diventarne parte integrante per evitare di esserne travolto.

L’onda anomala” è un testo pratico, ricco di informazioni, dettagliato, puntiglioso, tuttavia risulta comprensibile anche ai “non addetti ai lavori”. Stupisce la maestria dei due autori nel far convergere le loro idee non solo a livello concettuale, ma anche per quanto riguarda la stesura.

Essendo un testo impegnato, non è sempre fruibile. In sostanza è meglio dedicarsi alla lettura di questo testo con concentrazione, impegno e costanza. Evita una lettura troppo veloce ed approssimativa, si tratta di un libro di erudizione che necessita di tempo e di attenzione.

 

The post L’onda anomala: le nuove strategie aziendali per trarre vantaggi dal web first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/londa-anomala-le-nuove-strategie-aziendali-per-trarre-vantaggi-dal-web/feed/ 0
3 Ingredienti magici per il successo della tua azienda: il caso Airbnb https://www.professioneformatore.it/3-ingredienti-magici-per-il-successo-della-tua-azienda-il-caso-airbnb/ https://www.professioneformatore.it/3-ingredienti-magici-per-il-successo-della-tua-azienda-il-caso-airbnb/#respond Thu, 15 Sep 2016 05:00:17 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22696 Conosci i servizi di Airbnb? Airbnb è un portale che mette in contatto domanda – chi cerca camera, appartamento, o villa per un breve/medio periodo – ed offerta, solitamente di privati, il tutto ad un prezzo decisamente competitivo. La storia Airbnb nasce a San Francisco nel 2007, dalla mente di Joe Gebbia e Brian Chesky, […]

The post 3 Ingredienti magici per il successo della tua azienda: il caso Airbnb first appeared on Professione Formatore.]]>
Conosci i servizi di Airbnb?

Airbnb è un portale che mette in contatto domanda – chi cerca camera, appartamento, o villa per un breve/medio periodo – ed offerta, solitamente di privati, il tutto ad un prezzo decisamente competitivo.

La storia

Airbnb nasce a San Francisco nel 2007, dalla mente di Joe Gebbia e Brian Chesky, due compagni di stanza neo-laureati che rischiano di perdere il loro appartamento quando ricevono un considerevole aumento di affitto.

Decidono così che la soluzione perfetta è affittare ad estranei gli spazi non utilizzati del loro appartamento offrendo loro un letto gonfiabile. Per trovare i nuovi ospiti pubblicizzano la loro offerta su un sito creato da loro stessi, pubblicando anche le fotografie dei letti gonfiabili (ecco il nome Air).

Inizia così l’avventura di Airbnb.

I due amici si avvalgono della collaborazione del programmatore Nathan Blecharczyk. Negli anni, l’idea di affittare una parte della propria casa (o l’intero appartamento) tramite un sito, in modo facile e veloce piace sempre a più persone.

Vuoi conoscere quali sono gli ingredienti magici per condurre la tua azienda al successo?

Ecco a te i 3 ingredienti magici per il successo della tua azienda:

1) Sharing Economy

È l’idea di fondo alla quale si sono ispirati, un modello economico fondato su un insieme di pratiche di scambio e condivisione che si propone, in questo caso, come alternativo al classico sistema per trovare alloggio.

La capacità non utilizzata degli spazi abitativi si è rivelata una possibilità incredibile che ha consentito ad ogni utente e ad ogni tipo di nucleo familiare di trovare la soluzione più adatta alle sue esigenze.

Dal giovane single che vuole condividere le spese della casa, ad adulti che hanno una camera a disposizione magari appartenuta a un figlio ormai cresciuto, da proprietà suggestive come castelli o case sugli alberi, a persone che hanno soltanto un divano da poter offrire.

Il sistema in cui il sito è inquadrato è quello di uno stile di vita collaborativo, dov’è possibile condividere un proprio spazio con il resto del mondo. Ne consegue la possibilità di un’esperienza unica per entrambi i partecipanti. Questo ha contribuito a rendere Airbnb con i suoi 30 milioni di dollari una delle imprese con la maggior valorizzazione nel giro di pochissimi anni.

Ti basti pensare che Hilton, gruppo alberghiero nato 90 anni prima, è valutato intorno ai 22 miliardi. In due anni la start up di San Francisco è diventata la più grande catena alberghiera mondiale senza possedere neppure una stanza.

2) Platfirm      

Airbnb non ha la proprietà di nessuna casa per le vacanze, di nessun appartamento o camera in città, eppure è la più grande catena alberghiera. Qualche tempo fa, alla notizia che Marriot avrebbe aumentato la sua offerta con 30 mila camere il CEO di Airbnb ha risposto che loro le avrebbero aggiunte nelle prossime due settimane.

Questo è l’esempio lampante di un fenomeno già presente e che cambierà ancora di più la maniera di fare business: l’azienda-piattaforma –termine italiano di platfirm– rappresenta un nuovo modello di business che usa la tecnologia per connettere persone, organizzazioni e risorse in un ecosistema interattivo in cui possono essere create e scambiate enormi quantità di valore; una collaborazione tra le varie parti in cui gli utenti contribuiscono.

Ecco una delle chiavi del successo di Airbnb: realizzare un ecosistema a cui appartengono proprietari, viaggiatori e la stessa azienda, dando così il via a un business miliardario.

Non è detto che la tua azienda debba per forza arrivare a diventare piattaforma. Deve però fare i conti con le piattaforme, offrendo loro servizi che si inseriscano in un ecosistema.

Questa trasformazione è indispensabile perché diversamente correrai il rischio che arrivino competitor a prendersi il tuo business, se non hai la capacità di cogliere il cambiamento e cavalcarlo corri il rischio di perdere il tuo mercato. È fondamentale imparare dal futuro e imparare dagli utenti.

Senza feedback la piattaforma muore, il valore non è dato dal numero di iscritti ma dal flusso di feedback che hai.

3) Content Marketing

Per rendere il suo servizio ancora più unico Airbnb si è mossa nell’offerta di molteplici tipologie di contenuti fatti esclusivamente per gli utenti e potenziali clienti.

Secondo Brian Chesky uno dei cofondatori di Airbnb, utilizzando il servizio non si sta acquistando una stanza, ma si sta ricevendo un senso di appartenenza alla community e il desiderio di comunità ed appartenenza dell’utente sembra proprio essere una delle chiavi del successo di Airbnb.

Sono quasi sempre dei contenuti di marca, che raccontano l’identità e i valori fondamentali del brand, ma soprattutto le stesse storie dei fruitori del servizio che diventano membri di una community sempre più vasta.

Ogni tipologia di contenuto ideato è stato progettato proprio con l’obiettivo di creare legame e appartenenza tra gli utenti.

Il Content Marketing è uno degli strumenti di marketing più potenti a disposizione dei brand e che permette loro di soddisfare sei requisiti importanti per qualunque azienda operante nell’online:

  • farsi conoscere
  • fare traffico
  • trasmettere fiducia e bontà nel prodotto/servizio
  • vendere
  • fidelizzare, creare appartenenza e passaparola
  • crescere e vendere sempre più

Airbnb è riuscita con i suoi contenuti a raggiungere tutti questi obiettivi.

Ogni contenuto realizzato è localizzato nelle varie lingue e ogni paese dispone di un dominio geo-targetizzato per il sito.

Airbnb è anche attenta alla SEO: buona parte del Content Marketing di Airbnb è già SEO friendly e contribuisce da un lato ad aumentare il traffico organico di query informative (se cerchiamo “quartieri Londra” su Google al primo posto troviamo la “guida dei quartieri di Londra di Airbnb”), dall’altro contribuisce ad aumentare il traffico organico delle query commerciali, grazie all’acquisizione di links, spesso spontanei, dovuti alla produzione e condivisione di contenuti realmente eccezionali e di utilità per tutti.

Airbnb ha agevolato un cambiamento già in atto nei viaggiatori, che sono sempre di più alla ricerca di esperienze nuove, spesso lontane dalle consuete rotte del turismo tradizionale. Le persone vogliono immergersi nella realtà locali, nella vita dei piccoli quartieri o dei borghi più caratteristici.

Nulla è lasciato al caso, tutto è eseguito con professionalità ed al centro del concept non c’è Airbnb ma gli stessi utenti-fruitori del servizio.

Airbnb è il miglior esempio di come il giusto mix di questi tre ingredienti potrà portare la tua azienda al successo.

 

 

 

 

The post 3 Ingredienti magici per il successo della tua azienda: il caso Airbnb first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/3-ingredienti-magici-per-il-successo-della-tua-azienda-il-caso-airbnb/feed/ 0
Buttati! Ora o mai più, scopri come il web può renderti ricco e felice https://www.professioneformatore.it/buttati-ora-o-mai-piu-scopri-come-il-web-puo-renderti-ricco-e-felice/ https://www.professioneformatore.it/buttati-ora-o-mai-piu-scopri-come-il-web-puo-renderti-ricco-e-felice/#respond Fri, 08 Jul 2016 05:00:54 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22513 La guida assoluta di Gary Vaynerchuck per costruire il tuo personal brand, cambiando la tua vita e il tuo conto in banca! Ti sei mai chiesto come fanno tante persone a diventare ricchi e famosi sfruttando un’idea? Pensi di aver avuto un’idea geniale che potrebbe cambiarti la vita? Ti piacerebbe trasformarla in una fonte di […]

The post Buttati! Ora o mai più, scopri come il web può renderti ricco e felice first appeared on Professione Formatore.]]>
La guida assoluta di Gary Vaynerchuck per costruire il tuo personal brand, cambiando la tua vita e il tuo conto in banca!

Ti sei mai chiesto come fanno tante persone a diventare ricchi e famosi sfruttando un’idea?

Pensi di aver avuto un’idea geniale che potrebbe cambiarti la vita?

Ti piacerebbe trasformarla in una fonte di guadagno?

Gary Vaynerchuck col suo libro “Buttati! Ora o mai più” ti spiega, servendosi della sua esperienza professionale, come costruire il tuo personal brand, cambiando la tua vita e il tuo conto in banca.

Nel testo Gary svela come è arrivato al successo grazie al web e come il lettore può servirsi di questo potente mezzo per diffondere le proprie idee, coinvolgere gli altri con i propri interessi, diventare il numero uno nel proprio settore e fare soldi, investendone pochissimi.

Eccoti di seguito per grandi linee i contenuti proposti da Gary nel suo lavoro “Buttati! Ora o mai più”.

Le 3 regole per il successo

Secondo Gary, l’epoca in cui viviamo offre infinite possibilità a tutti coloro che vogliono realizzarsi e che sono dotati di spirito di sacrificio, di pazienza e sanno sognare in grande.

L’autore ritiene che per realizzare il proprio progetto ciò che conta è la passione e la dedizione.

Gary riconduce il proprio successo a 3 regole:

  1. Amare la propria famiglia.
  2. Lavorare tantissimo.
  3. Vivere le proprie passioni.

Solo chi ama la propria famiglia, chi si impegna al massimo nel suo lavoro e segue le sue passioni, può ottenere il successo!

Se hai un’idea, un interesse, una passione, oggi puoi con internet lanciare i tuoi contenuti nel web, catturare l’interesse di altre persone e creare una community, dando visibilità al tuo brand e ritagliare uno spazio per il tuo business nel mondo degli affari, il tutto a costo zero!

Il successo è nel tuo DNA

Gary ritiene che il successo di un individuo sia racchiuso nel suo codice genetico. Nel libro racconta che il padre, trasferitosi a New York, iniziò come garzone in uno dei negozi di un loro prozio; non gli ci volle molto per diventare prima manager e poi comproprietario.

In seguito, poté investire in un negozietto insieme ad un socio, che poi ingrandì.

Come il padre, Gary ha sempre focalizzato tutti i suoi sforzi per diventare un imprenditore di successo e in pochi anni ha realizzato il suo sogno!

Fin da piccolo ha sempre lavorato; lavava l’auto della sua vicina, le teneva pulito il giardino, addirittura una volta tagliò dei fiori e riuscì a venderli alla proprietaria del giardino.

Da adolescente si appassionò alle carte da baseball, così chiese un prestito al padre per investire nel settore e partecipare ad una fiera.

Comprò diversi pacchetti di carte che avrebbe voluto rivendere, ma da subito si rese conto che quel mercato era saturo, così cambiò strategia.

Facendo una piccola indagine di mercato tra i banchi della fiera, capì che avrebbe dovuto abbassare il prezzo di tutte le carte che aveva in comune con gli altri venditori e alzare quello delle carte che non erano presenti sulla guida ufficiale, promuovendo l’idea che il fatto di non essere comuni, le rendeva di valore.

In breve tempo restituì il prestito al padre e guadagnò un bel po’!

La chiave del successo: soddisfare i bisogni!

Compiuti i 15 anni entrò nel negozio di famiglia. Sul campo poté constatare che i clienti che compravano i superalcolici erano fedeli a un brand particolare, mentre chi acquistava vino spesso aveva un’aria sperduta e sperava che qualcuno gli desse dei consigli.

Un giorno un amico iniziò Gary ad internet e immediatamente l’autore vide in questo nuovo mondo il futuro del commercio. Nel 1997, lanciò “winelibrary.com”, incrementando notevolmente i profitti del negozio. Otto anni dopo, sull’onda di siti come “MySpace”, “Flickr” e “Youtube”, l’autore decise di creare un blog nel quale servendosi di video avrebbe costruito un nuovo mondo per sé e per il vino; lanciò così WinelibraryTv.

Sei tu il tuo brand

Gary nel libro precisa che il business e il personal brand sono la stessa cosa, indipendentemente dal prodotto commercializzato. Il personal branding è il mezzo che permette a chiunque abbia contenuti validi e di interesse, di diventare famoso ed è ciò che l’autore ha fatto con WinelibraryTv, dove servendosi di video parla di vini in modo chiaro e divertente.

Quindi per costruire il tuo business servendoti di internet devi puntare sul contenuto e su te stesso!

Regola basilare è non farlo somigliare a quello di altri e capire come posizionarlo sulle piattaforme dei social network, in quanto grazie all’accessibilità immediata alle community on-line, gli utenti non avranno più un’esperienza privata del brand, ma interagiranno con le migliaia di persone che sono venute in contatto con lo stesso brand.

Prima regola del successo: conosci te stesso!

Per guadagnare con il proprio brand attraverso il web, Gary afferma la necessità di proporre prodotti di elevatissima qualità e riversare grandi contenuti nei social media, per poter catturare l’attenzione delle persone e spingerle a visitare il proprio blog.

Per creare un blog che generi traffico, bisogna essere esperti del settore di cui si parla ed utilizzare i mezzi che più ti valorizzano: video, audio, scrittura.

Conoscere se stessi, individuare la passione giusta, scegliere il giusto mezzo di comunicazione e creare dei contenuti straordinari, ti permetterà di raggiungere il successo.

2 metodi per impostare i tuoi contenuti:

  1. Contenuti-esca: postandoli in modo da attirare su di te l’attenzione del pubblico.
  2. Commenti ai contenuti di altri blog: per attirare traffico dai siti che trattano il tuo stesso argomento, creando un motivo per spingere gli altri a visitare il tuo blog.

Gary illustra nello specifico le piattaforme di cui ci si può servire per il personal branding.

Alcune piattaforme per il tuo blog-sito

  • WordPress: leader con il numero maggiore di utenti. Presenta un sistema di archiviazione eccellente e facile da usare, dotato di una funzione di ricerca che permette di risalire a qualsiasi cosa sia stata postata.
  • Tumbler: è un sito con un design semplice e facile da usare.  E’ anche l’unica piattaforma che ospita gratuitamente anche il proprio dominio senza dover pagare una commissione per l’hosting.

Come pubblicizzarti on-line

Facebook: social network che racchiude persone di tutte le età in cui vengono condivise foto, articoli, video, racconti, opinioni.

Gary ti suggerisce di creare la Pagina fan, in quanto permette di inviare e-mail a tutti contemporaneamente permettendo così a tutti di interagire.

Twitter: piattaforma in cui è possibile pubblicare in forma ridotta (massimo 140 caratteri) e conoscere i contenuti di altri utenti.

Ritenuto dall’autore lo strumento più potente per la costruzione del brand per 4 ragioni:

  1. I propri contenuti possono essere ritwittati, quindi una sorta di raccomandazione.
  2. Le aziende possono avere un rapporto più stretto con i propri consumatori.
  3. Far conoscere le proprie idee.
  4. Attirare le persone sul proprio blog.

Flicker: sito creato per condividere foto. Gli utenti cliccando sulla foto, possono scoprire l’autore e seguire il link che li condurrà al tuo blog.

Youtube e Viddler: le piattaforme più importanti che raccolgono video.

Sei tu a creare il tuo pubblico

L’autore paragona la costruzione del brand a una maratona: ci vuole molto tempo per raggiungere il successo. Bisogna prima apprendere quanto più possibile sul proprio argomento, studiare poi le piattaforme, preparare al meglio il proprio post. Solo a questo punto si è pronti per lo step successivo: creare una community.

Per crearla bisogna avviare delle conversazioni con quanti più utenti possibili.

Ciò che devi fare per creare una community è:

  1. Leggere centinaia di post e commentarli in maniera intrigante, corredati dal proprio nome e link del proprio blog.
  2. Creare il proprio post e distribuirlo sui social.

Guadagno assicurato!

Una volta creato e diffuso il tuo personal brand attraverso vari siti e la propria community, è possibile generare dei flussi di entrate.

Gary spiega le diverse modalità di guadagno:

  • Se la propria comunità è attiva e trascorre molto tempo sul blog, gli inserzionisti saranno ben disposti ad investire parte del loro budget sul blog.
  • Programmi di affiliazione: ospitare link di vendita.

Segui la corrente: business reattivo

Nel testo più volte l’autore ripete che per avere successo bisogna essere preparati e avere passione. Altro elemento per un imprenditore di successo è il sapersi adattare. Gary definisce tale processo “business reattivo”, ovvero adattarsi e cambiare rispondendo alle tendenze in atto.

Solo così il tuo business può essere sempre fonte di guadagno!

Buttati!Ora o mai più” di Gary Vaynerchuk è sicuramente di facile lettura e comprensione, il linguaggio utilizzato è gradevole e gli argomenti trattati molto interessanti.

Alcune strategie proposte lasciano dei dubbi sulla loro applicabilità, ma è innegabile dire che tale testo può essere un ottimo manuale per tutti coloro che vogliono utilizzare il web per costruire il proprio personal brand.

Gary sviluppa una vera guida, dove spiega con chiarezza ed esempi basati sulla sua esperienza personale, come sfruttare al meglio il mondo on-line.

Leggendo questo volume, saprai come sfruttare al meglio il web per la costruzione del tuo brand e trasformarlo in una fonte di guadagno.

Se pensi di aver finalmente avuto, dopo tante notti insonni, un’idea geniale, “buttati”, costruisci il tuo personal brand con le tecniche di Gary e il successo è assicurato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The post Buttati! Ora o mai più, scopri come il web può renderti ricco e felice first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/buttati-ora-o-mai-piu-scopri-come-il-web-puo-renderti-ricco-e-felice/feed/ 0
Storytelling: la guida di Andrea Fontana per raccontare la tua impresa https://www.professioneformatore.it/storytelling-la-guida-di-andrea-fontana-per-raccontare-la-tua-impresa/ https://www.professioneformatore.it/storytelling-la-guida-di-andrea-fontana-per-raccontare-la-tua-impresa/#respond Thu, 02 Jun 2016 05:00:03 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22433 Sapevi che lo storytelling è utilizzato da molti imprenditori di successo nei piani di comunicazione dei loro business? Hai mai pensato ad esso come uno strumento importante per la tua azienda? Andrea Fontana nel suo “Manuale di storytelling. Raccontare con efficacia prodotti, marchi e identità d’impresa” ti spiega come sia possibile unire i due ambiti […]

The post Storytelling: la guida di Andrea Fontana per raccontare la tua impresa first appeared on Professione Formatore.]]>
Sapevi che lo storytelling è utilizzato da molti imprenditori di successo nei piani di comunicazione dei loro business?

Hai mai pensato ad esso come uno strumento importante per la tua azienda?

Andrea Fontana nel suo “Manuale di storytelling. Raccontare con efficacia prodotti, marchi e identità d’impresa” ti spiega come sia possibile unire i due ambiti e perché le aziende dovrebbero concentrarsi su questa attività.

Esperto di sistemi di formazione manageriale e comunicazione d’impresa, Fontana ha già all’attivo numerosi libri riguardanti lo storytelling oltre ad essere autore di testi sulle nuove modalità di training evoluto e comunicazione integrata con approccio narrativo.

In questo manuale, l’autore si focalizza su come lo storytelling sia un elemento importante della comunicazione per le imprese e come contribuisca a tradurre sul piano operativo alcuni obiettivi aziendali e di profitto, come ad esempio:

  • affermare identità e vision d’impresa
  • gestire il brand e la comunicazione (interna ed esterna)
  • formare e sviluppare il personale
  • potenziare il design di prodotto, la pubblicità e l’esperienza del cliente

Cosa si intende per storytelling?

In generale possiamo dire che è l’arte di raccontare storie.

In senso più ampio è la scienza che traduce e promuove le cose in parole, immagini, suoni e percezioni reali. Le rende quindi vere, pregne di significato e legittimate a esistere.

Storytelling applicato alle imprese

Questo strumento comunicativo può essere utilizzato anche dalle imprese.

Il termine storie all’interno di un’azienda ha assunto diversi significati.

Sono storie le parole e i discorsi con cui si definisce e si fa vivere la cultura di un’impresa. oppure i comunicati stampa con cui i vertici aziendali cercano di orientare l’opinione pubblica e il sociale d’impresa, o ancora un logo o uno slogan pubblicitario.

Fare storytelling significa allora, per un’azienda, saper gestire il proprio cambiamento culturale e organizzativo, raccontandolo con nuovi codici e stili linguistici e cercando di raggiungere 4 grandi obiettivi:

  1. presidiare l’esistente
  2. far adattare contesti, culture e individui
  3. far cambiare contesti, culture e individui
  4. eccitare gli animi

Storytelling: settori di applicazione

In quali specifici settori aziendali e in che modo puoi utilizzare lo storytelling nella tua impresa?

Fontana individua 6 aree in cui applicare lo storytelling come narrazione istituzionale:

  • strategia aziendale
  • brand management
  • comunicazione interna
  • pubbliche relazioni e advertising
  • formazione
  • design del prodotto

Ovviamente a queste aree corrispondono specifiche attività manageriali come ad esempio il controllo dell’identità e dell’immagine d’impresa, la gestione del cambiamento interno ed esterno, la guida delle complesse relazioni istituzionali, lo sviluppo commerciale.

A seconda delle aree e delle attività dovrai scegliere gli strumenti e le soluzioni adatte alla tua azienda.

In generale lo storytelling potrà essere attuato tramite 3 canali.

3 Canali dello storytelling management:

  • Il canale cartaceo: la narrazione diventa elaborazione letteraria
  • Il canale relazionale: la narrazione viene usata soprattutto come struttura e processo di lavoro
  • Il canale digitale: la narrazione diventa elaborazione digitale

Da sottolineare, però, che per iniziare un’attività di storytelling di impresa devi accertarti che siano soddisfatte alcune pre-condizioni organizzative fondamentali, tra cui:

  • Sponsorship istituzionale “medio-forte”: il management deve impegnarsi continuamente in prima persona nelle attività e diffondere gli eventuali strumenti
  • Comunicazione di supporto parallelo: lo storytelling ha bisogno di continuo supporto, soprattutto le prime volte che s’introduce in un’impresa
  • Il momento giusto per la giusta cultura d’impresa

In presenza di queste condizioni puoi iniziare a concentrarti sull’organizzazione della narrazione:

  1. fai uno studio autobiografico
  2. individua la funzione narrativa portante
  3. raccogli, analizza e seleziona le storie
  4. fai attività di posizionamento narrativo

Tutto questo non può prescindere dal considerare anche le dimensioni narrative, ovvero:

  • la pluralità complessa: considera tutti i ruoli presenti nelle organizzazioni;
  • la dimensione autobiografica: sii consapevole del bisogno profondo di espressione biografica individuale;
  • la dimensione etico-valoriale: cerca una corrispondenza, un allineamento tra i tuoi valori di riferimento e quelli del contesto in cui lavori, da cui scaturiscono discorsi di rispetto e sensibilità verso l’ambiente, le persone, ecc..
  • la dimensione affettiva-sensoriale: vivi il piacere di far parte dell’organizzazione per la sua qualità professionale ma anche per l’autenticità e l’intensità dellerelazioni sociali che è in grado di garantire.

Nel manuale queste nozioni teoriche e questi consigli su come approcciare allo storytelling sono spiegate molto attentamente. Fontana, però, non si limita alla teoria ma anzi porta alcuni esempi concreti ad avallare le sue tesi e i suoi principi.

Sono presenti nel libro, infatti, alcuni case studies di aziende di successo come Costa Crociere, Gruppo Autostrade, Vodafone e Schneider Electric.

Questi esempi sono molto significativi perché spiegano come grandi aziende abbiano utilizzato lo storytelling nei loro piani di comunicazione seppur con modalità diverse: dal canale tv all’inserto letterario, dai video con clienti reali ai cd. Ciò ci fa capire come siano molteplici i modi di narrazione istituzionale, ognuno con la sua specificità e con le proprie caratteristiche.

Come potrai notare sono tutti casi di aziende importanti che si sono affidate allo storytelling perché ne hanno previsto le potenzialità e i benefici che questa pratica può apportare nel raggiungimento degli obiettivi di impresa.

Il libro, seppur a tratti risulta essere troppo accademico e con un lessico troppo ricercato, è sicuramente un buon manuale di introduzione allo storytelling, molto utile per avere una visione d’insieme dell’argomento.

Potrai capire nel dettaglio, grazie ai case studies, come le aziende devono dare sempre maggiore importanza alla narrazione istituzionale e in che modo e attraverso quali strumenti lo storytelling è stato introdotto nei loro piani di comunicazione.

Quindi trai da questo libro i consigli utili per la tua attività di storytelling e racconta l’azienda ai tuoi clienti coinvolgendoli in questa esperienza.

 

 

PPS: dai un’occhiata allo Shine Club, la prima membership interamente dedicata a Oratori e Formatori:

CLICCA QUI per Shine Club

 

The post Storytelling: la guida di Andrea Fontana per raccontare la tua impresa first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/storytelling-la-guida-di-andrea-fontana-per-raccontare-la-tua-impresa/feed/ 0
Le migliori tecniche di Seth Godin per raggiungere il successo https://www.professioneformatore.it/le-migliori-tecniche-di-seth-godin-per-raggiungere-il-successo/ https://www.professioneformatore.it/le-migliori-tecniche-di-seth-godin-per-raggiungere-il-successo/#respond Mon, 23 May 2016 05:00:10 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22402 Strategie di marketing vincenti, idee di business innovative e… bovini Costruire il successo della propria azienda sull’essere straordinari è il cuore del messaggio de “Il ruggito della mucca viola“. Perché una mucca, e perchè proprio viola? Voglio lasciare che sia tu a scoprire, eventualmente, l’esatta ragione di questa metafora; di certo, però, posso anticiparti alcuni […]

The post Le migliori tecniche di Seth Godin per raggiungere il successo first appeared on Professione Formatore.]]>
Strategie di marketing vincenti, idee di business innovative e… bovini

Costruire il successo della propria azienda sull’essere straordinari è il cuore del messaggio de “Il ruggito della mucca viola“.

Perché una mucca, e perchè proprio viola?

Voglio lasciare che sia tu a scoprire, eventualmente, l’esatta ragione di questa metafora; di certo, però, posso anticiparti alcuni contenuti di questo volume opera di Seth Godin e del Gruppo dei 33.

Seth Godin, imprenditore, autore e marketer di professione, ha scritto quattordici libri sull’argomento, tutti bestseller; cura un blog tra i più seguiti del suo settore in America ed è esperto di brand marketing, direct marketing, viral marketing e permission marketing. Il Gruppo dei 33, invece, è un collettivo che comprende alcune tra le personalità più in vista e di maggior successo afferenti all’universo del marketing.

La chiave del successo: l’unicità

Il testo affronta un tema di grande rilevanza nell’odierno mercato della compravendita di beni e servizi: l’essere unici. In un mondo dove pressocchè qualunque cosa è accessibile, un’azienda, per restare a galla (o primeggiare, addirittura) deve necessariamente proporre qualcosa di creativo, di diverso, di straordinario.

Un compito assolutamente non facile, sia a causa della saturazione delle idee (cos’è che ancora non è stato proposto?), sia perchè sviare da pratiche di business collaudate e sicure (almeno in apparenza) rappresenta di certo un rischio per le aziende.

E non solo, il cliente ormai è abituato a vedere le proprie esigenze soddisfatte; a maggior ragione, dunque, la parola chiave è distinguersi, offrire al pubblico una ragione per interessarsi al prodotto. Diventa evidente, insomma, che l’immobilismo e la paura del rinnovamento non possono portare a niente di buono.

Come essere straordinari: Storie di successi

Vengono affrontati anche casi-studio per esemplificare la natura del problema e possibili soluzioni.

Ad esempio, e se per contrastare le politiche di prezzo estremamente vantaggiose praticate da Paesi come la Cina e l’India si offrisse al cliente il prodotto gratuitamente, lasciandogli la facoltà di decidere se e quanto pagare?

Che strategie dovrebbe adottare, un’azienda, per convincere il consumatore a sborsare quattrini? Come fidelizzarlo?

Come proporre nel modo adeguato un prodotto che, in quanto gratuito, potrebbe essere percepito come scadente?

Domande che hanno una risposta, poichè c’è stato chi si è lanciato in avventure imprenditoriali coraggiose e azzardate di questo tipo, e con successo.

E ancora, come coinvolgere il cliente al punto da trasformarlo da semplice consumatore a supporter attivo del brand?

Su cosa far leva per stimolare il suo interesse ad un livello più profondo?

A volte un prodotto di qualità o una campagna pubblicitaria riuscita non sono sufficienti: bisogna far percepire al cliente di essere attenti alle problematiche del mondo e, al contempo, spronarlo a compiere piccoli gesti che contribuiscano a determinate cause. Vengono, dunque, analizzati diversi casi-studio di aziende che hanno integrato con successo tematiche di interesse sociale nel loro stile comunicativo.

L’importanza del tempismo e il fantasma dell’ansia

In qualunque modo si voglia affrontare la questione, comunque, il nodo fondamentale è sempre lo stesso: per essere straordinari bisogna porsi domande non comuni e darsi risposte non comuni. Soprattutto, bisogna porsi le domande al momento giusto.

Affrontare un problema quando esso si presenta è già troppo tardi, costituisce una perdita inaccettabile di tempo e denaro. Bisogna essere non uno, non due, ma tre passi avanti: anticipare, per quanto possibile, i problemi e soprattutto avere chiara una strategia che guardi al futuro e sia in grado di accompagnare in modo adeguato la vita naturale di un prodotto o di un servizio.

I concetti chiave sono previsione e innovazione, ma anche identificazione di tutti quei fattori di rischio e di ansia che possono costituire ostacolo per una fluida conduzione del business.

“Ansia” è un’altra parola a cui il libro dedica molta attenzione. Laddove la paura può essere un valido stimolo a reagire con prontezza alle difficoltà, l’ansia facilmente blocca le persone – e dunque le aziende – nell’immobilismo e nell’inattività.

E, in un mercato schizofrenico e mutevole come quello di oggi, se c’è una cosa che un’azienda non può permettersi è rimanere fossilizzata su logiche di produzione, di marketing e di comunicazione destinate in ogni caso all’obsolescenza.

L’origine del successo: pensare differente ed essere coraggiosi

Ma dove trovare la spinta per avere le intuizioni giuste?

Gli autori non hanno dubbi: uscire. Uscire dall’ambiente confortevole e conosciuto dell’ufficio e ripartire da zero, accogliendo idee e persone nuove, ponendosi in una condizione di inesperienza e ricezione.

Sono vari i casi eclatanti di aziende che, uscendo dall’ordinario, hanno costruito (o cementato) il proprio successo sulla base dell’originalità e del pensare differente, e il testo ci illustra alcuni casi.

Analizzare come queste aziende siano riuscite laddove altre hanno fallito è importante per comprendere i meccanismi che sottendono strategie di mercato laterali e innovative.

Alcuni di questi meccanismi non sono affatto scontati: il fallimento, ad esempio. Universalmente considerato uno spauracchio da cui fuggire, concedersi la possibilità di fallire può invece costituire un potente motore per dar vita ad idee originali e inaspettate; se non si rischia (e non si rischia di fallire, dunque) non si possono raggiungere risultati sorprendenti.

O ancora, lasciar perdere (almeno in parte) le regole e lasciarsi trasportare dalle intuizioni; valorizzare le persone ambiziose, dare ascolto a chi si trova in prima linea e ha un contatto diretto con la clientela, e avere il coraggio di liberarsi di chi, invece, costituisce una zavorra.

Insomma, c’è molto da imparare da chi ha osato ed è stato premiato.

Un ruggito che colpisce nel segno

L’opera di Seth Godin e del Gruppo dei 33 è dunque ricca di spunti e di contenuti, e riesce ad avere presa salda sull’attenzione del lettore grazie alle numerose storie di vere aziende, di veri successi.

E’ facile trarre ispirazione da strategie che sono state effettivamente messe in pratica ed è facile lasciarsi catturare dallo stile di scrittura scorrevole e accattivante.

Gli episodi trattati sono tutte storie a loro modo eccezionali, non comuni, e questo è al contempo un punto di forza e di debolezza; se da un lato l’interesse è assicurato, è anche vero che non è facile mettere in pratica consigli così particolari e fuori dagli schemi.

Alcune storie possono apparire utopie irraggiungibili, non alla portata di piccole e medie aziende alle prese coi problemi quotidiani del business. Ciò non toglie, comunque, che “Il ruggito della mucca viola” sia un libro assolutamente piacevole da leggere e consigliato a qualunque imprenditore abbia voglia di stimolare il suo lato più creativo e spregiudicato.


The post Le migliori tecniche di Seth Godin per raggiungere il successo first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/le-migliori-tecniche-di-seth-godin-per-raggiungere-il-successo/feed/ 0
La risposta di Yougme Moon per essere differente dal gregge https://www.professioneformatore.it/la-risposta-di-yougme-moon-per-essere-differente-dal-gregge/ https://www.professioneformatore.it/la-risposta-di-yougme-moon-per-essere-differente-dal-gregge/#respond Thu, 12 May 2016 05:00:56 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22373 Vuoi avere un’azienda capace di improvvisare? Ami sperimentare? Vuoi sviluppare nuovi brand in grado di arrivare al cuore del pubblico? Youngme Monn col suo libro “Differente: il conformismo regna ma l’eccezione domina” ti aiuterà a comprendere le potenzialità del tuo brand e come è possibile posizionarsi in un modo “diverso” rispetto ai competitor. Dopo la […]

The post La risposta di Yougme Moon per essere differente dal gregge first appeared on Professione Formatore.]]>
Vuoi avere un’azienda capace di improvvisare?

Ami sperimentare?

Vuoi sviluppare nuovi brand in grado di arrivare al cuore del pubblico?

Youngme Monn col suo libro “Differente: il conformismo regna ma l’eccezione domina” ti aiuterà a comprendere le potenzialità del tuo brand e come è possibile posizionarsi in un modo “diverso” rispetto ai competitor.

Dopo la lettura avrai una visione più chiara della direzione che sta seguendo il mercato.

Youngme Moon è uno dei massimi esperti al mondo di strategie innovative di marketing. Professore di Business Administration all’Harvard Business School, in precedenza ha insegnato al MIT. Ha ricevuto numerosi premi per l’insegnamento e ha pubblicato case study di successo su alcune delle più importanti imprese del mondo, tra cui Microsoft, Sony, Starbucks, Ikea e Google.

Fare la differenza sul mercato

Secondo l’autrice le aziende di oggi sono assimilabili ad un gregge di pecore, tutte uguali.

Yougme Moon invoca la differenziazione come modo di pensare, come unica via per uscire dalla condanna dell’omologazione. Scocca una freccia dal suo arco nel tentativo di raggiungere le menti e i cuori delle persone “vere” che non si limitano a pensare secondo schemi e dogmi predefiniti, ma che lasciano spazio alla propria imprevedibilità entrando spesso in contrasto con se stessi.

Se ti sei stufato di essere uno del gregge, leggendo questo libro avrai le carte per diventare una “pecora azzurra”, unica nel tuo genere.

La risposta di Yougme Moon per essere differente dal gregge

Addentrandoti tra le pagine di “Differente: il conformismo regna ma l’eccezione domina”, riuscirai a trovare risposta agli interrogativi che offuscano le menti di coloro che vogliono essere “diversi”.

Perché sei uguale agli altri?

La corsa per accaparrarsi il primo posto nel marketing moderno porta a ostacolare la differenziazione dell’offerta. Attraverso le parole dell’autrice noterai come tutte le aziende finiscono per competere sugli stessi “indicatori di eccellenza” imitandosi a vicenda.

I prodotti anche quando vengono rinnovati mantengono sempre la stessa anima abbellita dall’ideazione di versioni “speciali” o aggiunte di vario genere.

Comprando l’ultima versione di un prodotto, ti è mai capitato di sentirti deluso nel constatare che essa è sostanzialmente uguale alla precedente?

Il marketer nel tentativo di rispondere ai diversi tipi di clienti che esistono nel mercato arriva a creare un “omogeneità eterogenea”, un mare all’interno del quale è impossibile trovare un pesce che nuota controcorrente.

L’attuale realtà del business, mostra come gran parte delle aziende tenda ad evolversi verso una direzione prevedibile.

La soluzione che puoi trovare è quella di diventare un’azienda imprevedibile, capace di scuotere la routine. Capace di superare le aspettative dei tuoi clienti riuscendo a rispondere alle loro effettive necessità. Capace di essere “diversa”.

Come puoi essere differente?

L’autrice individua diverse strategie che possono portarti all’unicità.

3 Strategie per fare la differenza sul mercato:

1) La strategia Google del “posizionamento capovolto

Si arriva così a proporre un prodotto facilmente usufruibile dal cliente e non ridondante. La parola d’ordine che devi utilizzare se vuoi usare questo stile è chiarezza.

Una strategia che rifiuta di correre sul rullo dell’espansione dell’offerta proponendo uno snellimento. Si sceglie di eliminare una serie di benefici legati al prodotto a vantaggio di un’opera di definizione.

2) La strategia “defezionista”

Questa è la strategia utilizzata da Sony per AIBO, un robot domestico che è stato trasformato in un animale meccanico per rispondere alle aspettative dei clienti. La parola d’ordine che devi utilizzare è diversità.

Propone di preservare una parte sufficiente dell’idea originaria del prodotto in modo da permettere un confronto significativo ma, allo stesso tempo di aggiungere sufficienti novità.

2) La strategia “ostile”

Le aziende che non temono di attestarsi su prezzi significativi, né di allontanare un’ingente fetta di potenziali consumatori diventano appetibili. Sono brand che non scendono a compromessi con nessuno, non seguono le fuggevoli tendenze del momento per godere del successo di massa. La parola d’ordine che devi utilizzare è antipromozione.

Propone una netta opposizione con i competitor. L’azienda presenta il suo prodotto, difetti compresi, e se non piace peccato per il consumatore. L’autrice evidenzia come questo atteggiamento forte viene colto positivamente dai consumatori.

L’autrice ricorda che se vuoi creare qualcosa di veramente innovativo devi allontanarti significativamente dalle offerte dei competitor. Devi mirare dritto al cuore del pubblico.

Perché devi essere diverso?

L’autrice propone un’attenta analisi del contesto culturale attuale, composta da un panorama di brand che possono essere paragonati a un fastidioso brusio di sottofondo, poiché non presentano alcun picco di differenziazione. Sono poche le aziende che riescono a distinguersi.

Se miri alla differenziazione devi mostrarti capace di innalzare lo stendardo della “novità.

I brand descritti dall’autrice nel libro, non sono esempi di perfezione ma di unicità. Incamminati anche tu in questa direzione, staccati dal gregge. La porta è aperta alla possibilità di fare meglio, non facendo di più, ma riflettendo più a fondo su ciò che effettivamente si fa.

Se il tuo obiettivo è l’unicità questo libro è un tassello fondamentale nella tua collezione. Cosa aspetti a cominciare la lettura?

Yougme Monn riesce a trattare un argomento complesso in modo semplice e lineare. Il libro vuole differenziarsi dal classico manuale semplificativo e scarno, il cui unico scopo è rendersi funzionale.

È perfetto se ti approcci per la prima volta a questi temi, i concetti trattati sono infatti chiari e significativi. L’autrice ti propone una visione critica della situazione dandoti molti spunti di riflessione. Individua una nuova strada da percorrere nel marketing.

Perché dovresti essere uguale agli altri?

Perché dovresti investire le tue risorse per proporre sempre gli stessi prodotti? Perché non cominci a tracciare la tua traiettoria personale?

Mentre il gregge avanza imperterrito, essere tra le poche pecore azzurre ti permetterà di conquistare i pascoli ancora inesplorati. Comincia ora, con l’aiuto di questo libro, a percorrere il cammino per liberarti dalle catene dell’omologazione.

 

Differente
Il conformismo regna ma l’eccezione domina
€ 22.5

The post La risposta di Yougme Moon per essere differente dal gregge first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/la-risposta-di-yougme-moon-per-essere-differente-dal-gregge/feed/ 0
Non mangiare mai da solo: il segreto di Keith Ferrazzi https://www.professioneformatore.it/non-mangiare-mai-da-solo-il-segreto-di-keith-ferrazzi/ https://www.professioneformatore.it/non-mangiare-mai-da-solo-il-segreto-di-keith-ferrazzi/#comments Tue, 26 Apr 2016 05:00:29 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22073 Perché è importante non mangiare mai da solo? Voglio svelarti il segreto prezioso che ho scoperto nel libro “Non mangiare mai da solo” scritto da  Keith Ferrazzi con la collaborazione di Tahl Raz: leggendo “Non mangiare mai da solo” potrai capire come e perché sia importante non compiere mai quest’azione da solo. Il gesto di mangiare […]

The post Non mangiare mai da solo: il segreto di Keith Ferrazzi first appeared on Professione Formatore.]]>
Perché è importante non mangiare mai da solo?

Voglio svelarti il segreto prezioso che ho scoperto nel libro “Non mangiare mai da soloscritto da  Keith Ferrazzi con la collaborazione di Tahl Raz: leggendo “Non mangiare mai da solo” potrai capire come e perché sia importante non compiere mai quest’azione da solo.

Il gesto di mangiare in solitudine lo si può considerare come una metafora ma anche come qualcosa che sarebbe bene evitare per varie ragioni legate all’interpersonalità, mangiare in compagnia può essere anche un modo per diffondere il tuo brand.

Il libro è molto chiaro è diviso in 4 parti ognuna divisa in capitoli ben organizzati e avvincenti, che si lasciano leggere in modo scorrevole.

Qual è il segreto di Keith Ferrazzi? Cosa ha scoperto di cosi prezioso?

L’autore  ha individuato l’importanza dell’essere umano,  come singolo isolato dai suoi simili e valutato anche nell’attività di reciprocità del dare e non necessariamente del ricevere.

Che cosa significa?

L’essere umano è un animale sociale, quotidianamente si confronta ed è costretto a rapportarsi con gli altri sia nella sfera privata che in quella pubblica e a volte nonostante gli sforzi siano tanti, il risultato ottenuto non è sempre quello sperato.

Come puoi entrare in contatto con le altre persone?

In Non mangiare mai da solo l’immagine del mangiare usata da Keith Ferrazzi è molto efficace, quando mangi lo fai con persone a te care o con cui rapporti di parentela a parte, hai voglia di passare del tempo. Mantenere i contatti con le persone è importante per varie motivazioni:

  • Studiare la mentalità del tuo interlocutore e capire la tua missione anche attraverso l’altro.
  • Costruire reti sociali che potranno esserti utili nel lavoro.
  • Come rendere proficuo il non mangiare da solo organizzando un meeting.
  • Come un meeting può diventare una riunione.
  • In che modo non rendere noiose le tue conversazioni.
  • Come trasformare i tuoi conoscenti in tuoi alleati.

Perché devi assolutamente leggere “Non mangiare mai da solo?

Inoltrarsi nella lettura del libro Non mangiare mai da solo ti sarà utile per capire vari processi legati alla sfera dei rapporti interpersonali. Spesso commettiamo l’errore di pensare in modo individuale e in questo modo perdiamo nuovi spunti e nuove forme di brand e di guadagno.

Può succedere anche a te di perdere di vista la piramide dei bisogni umani di  Maslow che sostiene: una volta che avrai soddisfatto i bisogni di sussistenza, sicurezza e sesso potrai appagare tutti gli altri bisogni e desideri!

Perché è una necessità sociale  non mangiare mai da solo?

Ferrazzi e Raz puntano molto sull’importanza di questa piramide di bisogni, sostenendo che  questi sono bisogni universali che appartengono a chiunque: a me e te compresi. Rendersi conto e prendere consapevolezza di questa universalità delle necessità che ci accomunano e importante.

Quando cerchi di aiutare anche gli altri nel raggiungimento  di questi bisogni e obiettivi creerai dei rapporti che non moriranno mai perché basati sulla fiducia e sulla gratitudine.

I sentimenti indissolubili all’interno di qualsiasi tipo di rapporto crea stabilità, fiducia e forza. Non devi aiutare gli altri con la finalità di avere necessariamente qualcosa in cambio e questo punto gli autori lo ribadiscono spesso.

Il voler dare aiuto non deve avere come finalità un ricevere per forza, non crearsi aspettative agendo in modo spassionato è importante.

Devi avere sempre uno scopo o una motivazione in tutto ciò che fai!

Cosa vuoi e dove vuoi arrivare?

Queste sono alcune domande che devi porti e a cui devi dare necessariamente una risposta. Senza iniziare da questo step tutto ciò che farai si perderà come lacrime nella pioggia.

Come puoi fare a capire qual è la tua meta?

Ferrazzi ti spiega anche questo. Ecco alcuni dei punti importanti presenti nel libro “Non mangiare mai da solo”.

Non mangiare mai da solo: Steps

  • Individua le tue passioni.
  • Chiedi ad un parente o ad un amico come ci vedono dall’esterno e per che cosa ci vedono più propensi.
  • Scrivi una lista dei tuoi obiettivi in modo da averli più chiari in mente.
  • Pensa a chi potrebbe aiutarti nel raggiungimento dei tuoi obiettivi, quelle persone che ti porterebbero benefici non mangiando mai da solo.

La fortuna aiuta gli audaci ma se l’audacia non ce l’hai?

L’audacia non è una qualità innata nelle persone, la puoi acquisire e devi farlo per raggiungere i tuoi obiettivi. Davvero? Sì, per Ferrazzi ci sono alcuni modi per poterla migliorare e raggiungere come ad esempio: avere un modello da seguire.

Se sei timido scegli una persona che stimi o che ammiri, scegli di farti aiutare da uno psicologo che, potrà aiutarti a sbloccare le tue inibizioni legate al tuo essere introverso.

Sii più partecipe delle tue azioni, dei tuoi interessi e di tutto quello che fai. Parla con gli altri per farti conoscere ed essere più sicuro di te., nel palesare il tuo pensiero ed il tuo essere.

Il biglietto da visita più importante sei tu e il tuo saperti rapportare con gli altri, cercando di capire e interpretare i tuoi bisogni potrai essere d’aiuto anche agli altri e istaurare legami improntati sulla fiducia.

Non tutti siamo propensi o capaci di allargare la nostra rete di conoscenza e quest’operazione può risultare difficile. Lo stesso Ferrazzi ricorda nel libro “Non mangiare mai da solo quale fu il suo sgomento nel comprendere che il suo successo lavorativo non dipendesse esclusivamente da lui ma da tutta la sua equipe.

Uno dei segreti per ottenere e raggiungere un buon risultato è quello di prendere consapevolezza che noi nel lavoro non siamo singole unità ma siamo tutte le persone che ci circondano. Dobbiamo vederci come una catena in cui ogni elemento e fondamentale per poter raggiungere e realizzare l’obiettivo prefissato che sia esperienziale o lavorativo.

Ecco i 3 segreti per ampliare la tua rete di contatti:

  • Parla e comunica in modo chiaro e senza fronzoli.
  • Personalizza le tue mail in modo da rendere e speciale e unico il tuo interlocutore.
  • Tratta tutti allo stesso modo e sempre con gentilezza e buona predisposizione al confronto soprattutto i tuoi subordinati.

Perché non mangiare mai da solo?

Le persone quando sono insieme in momenti intimi e allo stesso tempo conviviali sono più propense all’ascolto. Il momento in cui mangi per Ferrazzi è un momento utile per poter stringere legami, parlare di argomenti interessanti soprattutto di affari.

Non mangiare mai da solo ti sarà utile per coinvolgere le persone che vuoi far partecipare alle tue attività. La pausa pranzo può essere l’occasione giusta per farti conoscere meglio e nelle tue vesti meno formali facendo scoprire un nuovo lato di te!

Ricordati di trascorrere e dedicare il tempo anche a te stesso ed ai tuoi cari parola di Ferrazzi e Raz!

La lettura di “Non mangiare mai da solo” sicuramente ti potrà  aiutare per poter imparare a conoscerti meglio.

Il testo sarà in grado di aprirti nuovi orizzonti che ti saranno utili sia per crescere e migliorare la tua persona nella sfera dei rapporti interpersonali ed extra lavorativi che per i tuoi affari.

Dopo questa lettura la tua visione cambierà perché le novità ed i segreti presenti nel libro cambieranno il tuo modo di relazionarti in meglio. Per me è stato così!

 

 


The post Non mangiare mai da solo: il segreto di Keith Ferrazzi first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/non-mangiare-mai-da-solo-il-segreto-di-keith-ferrazzi/feed/ 1
Marketing: il legame tra prodotto e cervello https://www.professioneformatore.it/marketing-il-legame-tra-prodotto-e-cervello/ https://www.professioneformatore.it/marketing-il-legame-tra-prodotto-e-cervello/#respond Wed, 13 Apr 2016 05:00:20 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22077 Sai che ogni scelta di consumo che compi è inconsapevole? Conosci i fattori che incidono sul tuo cervello inducendoti a voler acquistare un prodotto? Quanto le tue scelte sono orientate dal marketing? Cosa ti muove verso gli acquisti? Ti sei mai chiesto cosa ti influenza inconsciamente? Un’analisi brillante che non si limita alle ricerche di mercato e ci […]

The post Marketing: il legame tra prodotto e cervello first appeared on Professione Formatore.]]>
Sai che ogni scelta di consumo che compi è inconsapevole?

Conosci i fattori che incidono sul tuo cervello inducendoti a voler acquistare un prodotto?

Quanto le tue scelte sono orientate dal marketing?

Cosa ti muove verso gli acquisti?

Ti sei mai chiesto cosa ti influenza inconsciamente?

Un’analisi brillante che non si limita alle ricerche di mercato e ci fornisce una rappresentazione, con l’ausilio di esperimenti, di ciò che avviene nel misterioso mondo della mente umana quando entra in contatto con i prodotti di consumo.

“Neuromarketing”: l’opera brillante di Martin Lindstrom, uno dei più grandi consulenti di marketing al mondo, rappresenta una finestra sui meccanismi che si attivano dinanzi alle scelte di consumo. Sorprendentemente sono molto meno razionali di quanto tu creda.

L’effetto del marketing sul cervello

Le persone non sempre fanno quello che dichiarano con le parole e sono guidate da un mondo di fantasie e rappresentazioni inconsce e irrazionali. Si rompono dei miti a proposito di alcune credenze comuni.

Infatti, avvalendosi di uno studio l’autore mostra come le frasi e le immagini dissuasive sui pacchetti di sigarette si sono rivelate in realtà un’operazione di marketing per i produttori: non ne scoraggiavano l’acquisto, al contrario lo inducevano stimolando l’area del cervello detta “centro del desiderio.

Una buona strategia di mercato sarebbe quella di studiare il cervello delle persone e questo è il concetto ribadito con prepotenza nel testo. Parlare di studi condotti con la risonanza magnetica funzionale utilizzata fornisce un esempio del collegamento scientifico tra il marketing e il branding con il cervello.

Anatomicamente possediamo cellule nervose e siamo fatti di meccanismi cerebrali che si attivano dinanzi ad ogni scelta, quindi anche in quelle di consumo.

Il potere dei neuroni specchio

Scoperti solo nel 1996, i neuroni specchio sono cellule nervose motorie che risuonano nel nostro cervello e ci rendono capaci di comprendere immediatamente il comportamento altrui, come se a compiere quei gesti fossimo noi stessi.

Ad esempio, se un uomo è in un bar e prende un bicchiere di vino basta guardare il modo in cui lo afferra per capire cosa sta per fare: sta per bere, per brindare o ha intenzione di lanciarlo… Oltre a darci una visione di ciò che accade intorno e di permetterci l’immedesimazione empatica nelle emozioni altrui, questi neuroni ci inducono ad avere un atteggiamento imitativo nei confronti dell’altro.

Rispondiamo naturalmente al sorriso con il sorriso e se vediamo un capo di abbigliamento indossato da un certo numero di persone aumenta il nostro bisogno di acquistarlo. La moda infatti è imitazione e risponde al desiderio di emulazione che il nostro cervello ci suggerisce.

La probabilità di acquistare un marchio è proporzionata non solo alla sua popolarità ma anche alle immagini che ci suscita: vedere un abito su una donna attraente ci induce a comprarlo volendo inconsciamente conquistare lo stesso tipo di attrattività.

I neuroni specchio, combinati con la dopamina (sostanza chimica del piacere presente nel cervello), ci rendono propensi agli acquisti: vogliamo quel marchio tanto in voga per essere come gli altri e per stimolare in noi la sensazione di piacere. A tutti piace provare il senso del benessere.

L’inconscio: la guida all’acquisto

Riferendosi alla sfera dell’ inconscio l’autore parla dei messaggi subliminali formulati in modo tale da essere percepiti solo dal subconscio e che hanno la funzione di attivare un certo tipo di comportamento e di consumo. Le persone dinanzi a fattori non espliciti sono meno attente e meno difese.

Se associamo un messaggio positivo che evoca la potenza come una Ferrari ad una marca di sigarette le persone distolgono l’attenzione dal prodotto dannoso che l’oggetto attraente sponsorizza.

E la pubblicità occulta?

Ovviamente è legata in modo simile alla manipolazione inconscia di noi fruitori. Anche la familiarità che abbiamo con un prodotto muove le nostre scelte di consumo: se abbiamo sempre adoperato un Mac difficilmente sceglieremo di cambiare per un altro sistema operativo.

Come  esseri umani tendiamo all’omeostasi. L’irrazionalità è un altro fattore che si nasconde dietro le nostre decisioni e gli acquisti sono un rituale che perpetuiamo continuamente senza rendercene conto.

Essere fedeli al Brand

Il legame di fedeltà al brand  assomiglia a quello che si ha con la religione: avvalendosi di esperimenti Lindstrom ha riscontrato che così come le persone sentono di appartenere ad una religione, allo stesso modo sentono che un brand è parte della loro vita.

La fedeltà che si instaura per un marchio è sorprendentemente forte e accresce la sensazione di sentirsi parte di un gruppo che condivide lo stesso linguaggio e gli stessi valori. Inoltre l’imponenza e i simboli legano ancora di più a sé il consumatore. Avreste mai pensato che il nostro cervello quando vede l’icona della Apple reagisce allo stesso modo di quando vede un’icona religiosa? Ebbene è così.

I sensi che si attivano di più nel marketing

Tendiamo a pensare che la vista sia il senso più recettivo per spingere all’acquisto perché la maggior parte della campagne pubblicitarie sono svolte attraverso le immagini. In realtà bisogna abbinare un altro senso a quello della vista per rafforzare il significato di un messaggio. In questo processo qual è il ruolo esercitato dal colore? E dal suono? Gli studi raccontati nel libro ne dimostrano con chiarezza l’importanza e l’influenza irrinunciabile.

Insomma prevedere se un prodotto funzionerà si può attraverso il neuromarketing.

Neuromarketing: una guida utile nei meandri della mente

Avvincente e avvalorato da diversi studi scientifici il testo è un’ottima guida che si rivolge a target diversi. Risulta interessante non solo per chi si trova a dover pensare un marchio o una pubblicità che funzioni e crei consumo, ma per chiunque.

Noi tutti infatti ci riconosciamo nella categoria di consumatori perché quella di acquistare è una necessità e un desiderio irrinunciabile nella società odierna. Psicologi e medici ne risultano particolarmente attratti per la connessione dimostrata tra cervello e comportamenti di consumo ma ciò non toglie che sia il linguaggio semplice adoperato che i temi restino interessanti per la gran parte delle persone.

Colpisce e suscita il desiderio di arrivare fino all’ultima frase per scoprire non solo le strategie di marketing usate dalle aziende, ma anche quali modi abbiamo per difenderci da quelle che ci attraggono con l’inganno. Conoscere per difendersi è l’unico mezzo che abbiamo per provare ad essere almeno in parte consci dei messaggi da cui siamo continuamente invasi.

The post Marketing: il legame tra prodotto e cervello first appeared on Professione Formatore.]]>
https://www.professioneformatore.it/marketing-il-legame-tra-prodotto-e-cervello/feed/ 0