Matteo Attena | Professione Formatore https://www.professioneformatore.it Risorse per formatori e coach eccellenti Fri, 11 Mar 2022 10:15:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.12 Lavoro e tempo libero: perché è importante ritagliare un momento per stare con te stesso https://www.professioneformatore.it/lavoro-e-tempo-libero-perche-e-importante-ritagliare-un-momento-per-stare-con-te-stesso/ https://www.professioneformatore.it/lavoro-e-tempo-libero-perche-e-importante-ritagliare-un-momento-per-stare-con-te-stesso/#respond Thu, 01 Jun 2017 09:08:13 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22900 Sei molto generoso sul lavoro, metti tutto te stesso nelle attività complementari, e senti al contempo che qualcosa ti manca. Ti è mai capitato di provare questa sensazione? Sempre più persone soffrono di problemi legati allo stress, con forti ricadute sia sul lavoro che sulla vita privata e questo influisce negativamente sullo stato psico-fisico. Come […]

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Sei molto generoso sul lavoro, metti tutto te stesso nelle attività complementari, e senti al contempo che qualcosa ti manca. Ti è mai capitato di provare questa sensazione? Sempre più persone soffrono di problemi legati allo stress, con forti ricadute sia sul lavoro che sulla vita privata e questo influisce negativamente sullo stato psico-fisico. Come porvi rimedio?

Gli assetti lavorativi, familiari e finanziari sono in continuo mutamento. Il mercato del lavoro cambia giorno per giorno, la disoccupazione e il precariato rendono difficile la realizzazione di una realtà familiare solida. Viene così a mancare uno dei mattoni sui quali si edifica una vita serena. Tutto ciò fa si che sempre più persone siano portate ad accettare condizioni occupazionali ai limiti della “normalità”.

Spesso percepiamo i luoghi di lavoro come spazi angusti dove ci si sente sempre più sotto pressione. Ciò contribuisce a creare, insieme a tanti altri fattori, una situazione di stress che influisce negativamente sullo stato psico-fisico oltre che sulla produttività lavorativa.

Esistono professioni più stressanti di altre?

Paolo Campanini, psicologo del lavoro e dottore di ricerca presso l’Università di Milano afferma che le professioni siano tutte uguali da questo punto di vista. Questo perché esistono numerosi altri fattori che possono incrementare lo stress nell’individuo: superiori pedanti, regole troppo rigide, orari prolungati, precariato, mobbing, competizione esasperata sono tutti ingredienti tossici che vanno ad alimentare il pentolone dello stress.

Lo stress da lavoro colpisce più di un quinto dei lavoratori dell’Unione Europea e ben 27% di questi risiede in Italia. Ansia, depressione, aritmia, attacchi di panico sono alcuni dei sintomi legati allo stress, che si ripercuote oltre che in ambito lavorativo nella sfera privata, rendendo ancora più difficili i rapporti interpersonali.

I rischi maggiori li corrono le persone che si identificano maggiormente con il proprio lavoro. Ma, nella fattispecie, cosa significa identificarsi con il proprio lavoro? Torniamo un attimo indietro nel tempo. Nella fase industriale, e in parte anche in quella post-industriale, le persone tendevano ad associare una persona quasi esclusivamente alla sua professione. I ritmi quotidiani erano scanditi dai turni sul posto di lavoro, mentre i momenti di svago erano spesso trascorsi insieme ai colleghi. Alcune aziende cercavano di incentivare i dipendenti a trascorrere tra loro le vacanze estive fornendo convenzioni con agenzie di viaggi per pacchetti di soggiorno convenienti o – in alcuni casi – finanziavano completamente le vacanze dei lavoratori, al fine di migliorare la vita dei lavoratori nel suo complesso. Quest’ultimo caso riguarda maggiormente la classe imprenditoriale nipponica ma non mancano esempi anche in altri paesi, come gli USA. L’identità di una persona era determinata e sorretta dalla sua professione. Basti pensare che fino a 30 anni fa non esisteva un numero così ampio di corsi universitari. Al di là delle principali facoltà, quali possono essere Medicina, Ingegneria, Giurisprudenza e Psicologia, la scelta era piuttosto limitata, rendendo le persone piuttosto rigide per quanto riguarda l’iter professionale, e questo influiva sui propri stili di vita.

Al giorno d’oggi, con la progressiva differenziazione del mondo del lavoro, la realtà professionale è sempre più sfaccettata e non relegata a ruoli sempre uguali. Se a ciò aggiungiamo l’esponenziale moltiplicazione del mercato dell’intrattenimento (cinema, musica, videogames), possiamo constatare che molte persone dedicano sempre più tempo ai propri passatempi personali – che quindi esulano dalla realtà occupazionale – rendendo così una persona ancorata a molteplici interessi. Questo ha contribuito, alla fine del millennio, a un leggero allentamento della presa lavorativa sulla mente delle persone, “liberandole” da ruoli predeterminati e diminuendo lo stress.

Cosa fare allora contro lo stress? Secondo Paolo Campanini, uno dei segreti per allentare la morsa asfissiante della propria professione, è “differenziare il più possibile le proprie attività”, riferendosi quindi proprio a quell’allargamento dei propri interessi che esulano dal mondo del lavoro.

Cambiare per crescere e migliorare

Secondo lo psicologo bisogna infatti cercare di utilizzare il tempo libero per dedicarsi ad altro: hobby, sport, famiglia, volontariato. Prendersi del tempo per sé non è dunque una pratica sbagliata, ma un utile consiglio per riportare equilibrio nella propria sfera psico-fisica. Noterai le ripercussioni positive di questa buona abitudine sia a lavoro – dove sarai più produttivo – che nei rapporti interpersonali.

Lavorare è importante, ma lo è anche divertirsi.

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Gli 8 impensabili benefici del fare domande: le virtù del confronto https://www.professioneformatore.it/gli-8-impensabili-benefici-del-fare-domande-le-virtu-del-confronto/ https://www.professioneformatore.it/gli-8-impensabili-benefici-del-fare-domande-le-virtu-del-confronto/#respond Mon, 22 May 2017 02:00:02 +0000 https://www.professioneformatore.it/?p=22896 Credi davvero che esista una persona con un bagaglio culturale che comprenda tutto lo scibile del sapere umano? Tutti hanno qualcosa da imparare. È stata la curiosità il motore trainante dell’evoluzione umana, dalla preistoria alla società moderna, e lo sarà anche tra mille anni. Il segreto? Confrontarsi.  Il confronto è la chiave dell’evoluzione! Fin dagli […]

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Credi davvero che esista una persona con un bagaglio culturale che comprenda tutto lo scibile del sapere umano?

Tutti hanno qualcosa da imparare. È stata la curiosità il motore trainante dell’evoluzione umana, dalla preistoria alla società moderna, e lo sarà anche tra mille anni. Il segreto? Confrontarsi.

 Il confronto è la chiave dell’evoluzione!

Fin dagli albori del tempo, la razza umana è stata mossa da una innata curiosità nei confronti del mondo circostante. Dalla ruota al fuoco, dalla macchina da scrivere ai tablet, dall’automobile all’aeroplano con motore a reazione: dall’invenzione più elementare alla più complessa, è stata sempre la curiosità, il fascino dell’ignoto e soprattutto il confronto con gli altri a portare l’uomo a concepire le più importanti scoperte della storia.

Non si tratta solo della creatività e dell’arguzia intellettuale del singolo: la chiave del successo è il confronto. Certo l’idea geniale della Mela di Newton può arrivare più facilmente se hai la mente affinata, se capiti nel posto giusto al momento giusto o se sei nato sotto la stella del talento intellettuale. Tuttavia non credere che i più grandi scienziati della storia abbiano fatto tutto da soli: menti come quelle di Einstein, Tesla, Galileo Galilei e Leonardo Da Vinci di certo hanno arricchito la propria conoscenza confrontandosi con i propri pari, con talenti provenienti da altre discipline e, perché no, anche con persone senza alcun talento particolare.

Forse non ci crederai: interrogare gli altri e in particolare porre delle domande, è il più importante generatore di conoscenza che esista.

Perché questo accade? Perché è importante fare domande?

  1. Facendo domande apprendiamo di più su tutto ciò che ci circonda

Basta che pensiamo per un attimo a un bambino. Il suo processo di crescita avviene per apprendimento e la maggior parte delle cose che assorbe deriva dalle risposte che i genitori gli danno. “Mamma, perché non posso bere il caffè?” oppure “Papà perché non sei a casa con la mamma la mattina?”. Sono solo alcune delle domande che ti pone tuo figlio per affacciarsi sul mondo in cui vive. Questo vale per la mente più acerba come per quella più sviluppata. Pensa agli scienziati che lavorano in laboratorio su ricerche ambiziose: canalizzano i loro sforzi operando in team e integrano le proprie competenze con quelle degli altri per avere una visione di insieme.

 

  1. Interagire con gli altri aiuta i rapporti sociali

Può sembrarti banale: le persone che sono intimorite dal rapportarsi agli altri hanno più difficoltà ad andare avanti nella vita. Chi socializza, chi cerca aiuto e chi si fida degli altri ha più strade da percorrere. Questo vale in qualsiasi occasione, specialmente in lavorativo. Quale migliore occasione di porre una domanda ad uno sconosciuto può aiutarti a socializzare?

 

  1. Più chiediamo, più strade si apriranno

Spesso, soprattutto con l’avanzare dell’età, tendiamo a focalizzarci su alcuni procedimenti, ad esempio in ambito lavorativo, che possono risultare inefficaci nel tempo. Chiedere consiglio a colleghi, anche se più giovani, può darci una visione su un campo che prima ci risultava quasi sconosciuto e potremmo imparare a districarci meglio in più situazioni.

 

  1. Fare domande arricchisce te e chi ti sta intorno

Gli psicologi concordano sul fatto che l’apprendimento non è mai un processo unilaterale in cui un soggetto A trasmette della conoscenza a un soggetto B. Il vero apprendimento è un processo bilaterale e la conoscenza è il risultato di una interazione tra più soggetti, che sviluppa un flusso di conoscenza che ricade su tutti i soggetti coinvolti, anche su chi risponde.

 

  1. Fare domande aiuta a fare domande

Il gioco di parole sta a indicare che, quando abbiamo bisogno di qualcosa, allenandoci a chiederla impareremo a ripetere e a migliorare questa operazione in futuro, per ottenere risposte sempre più precise e attinenti al nostro problema e quindi impareremo a risolverlo al meglio.

 

  1. Le domande aprono la mente

Il cervello, ogni volta che viene sollecitato su un argomento che conosce poco, apre un nuovo sentiero cognitivo. Cerca insomma di attrezzarsi per far fronte a un argomento che conosce poco. Fare domande ti aiuta a sviluppare nuovi sentieri cognitivi e con questo si aprono nuove opportunità e nuove capacità di problem solving.

 

  1. Le domande generano felicità

Conoscere i problemi che hai, confrontandoti con gli altri, può aiutarti a risolverli. Chi non sarebbe felice se trovasse, anche nella persona dalla quale non si aspetterebbe alcun aiuto, la soluzione a tutti i suoi mali? Spesso la soluzione è dietro l’angolo e basta poco – ad esempio una domanda – per trovarla.

 

  1. Il potere definitivo della domanda

Qual è in realtà il potere definitivo del chiedere qualcosa? La conoscenza naturalmente. La conoscenza al giorno d’oggi è tutto. Sapere significa poter fare. Più sai e più strade si aprono davanti ai tuoi occhi. Questo vale per il lavoro, per le relazioni di coppia, per le amicizie e per la vita in generale. D’altra parte sapere è potere e tale bagaglio di conoscenze si raggiunge principalmente grazie alle domande.

 

Chiedi sempre e comunque

Alla luce di quanto detto cerca, ogni volta che non sai qualcosa, o semplicemente vuoi ricevere maggiori chiarimenti, di fare domande. Non occorre necessariamente che sia qualcuno che ne sa più di te: alle volte ci aiuta anche conoscere il semplice parere degli altri, anche se questi altri non sono luminari in materia. Non essere timido quindi, ma osa, anzi: domanda.

 

 

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