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Video per la formazione : la comunicazione persuasiva
Nuovo appuntamento con “Video Per la formazione”, rubrica realizzata grazie alla partnership con “Il Cinema Insegna” Formazione e crescita personale attraverso le scene dei film.
Il filmato che ti propongo questa settimana è una clip presa dal film “Vendesi Miracolo”, Virginio l’autore della raccolta di clip alla quale appartiene anche questo filmato suggerisce di utilizzarla quando teniamo aule sulla “Comunicazione Persuasiva”
https://youtu.be/XgHYMHdpLac
Descrizione :
Jonas è un predicatore che, attraverso tecniche poco etiche, lascia credere alle persone di essere in contatto con Dio. Pur prendendo tutte le distanze del caso, rispetto al fine per cui utilizza le tecniche, dobbiamo ammettere che c’è molto da imparare dalle tecniche di comunicazione di Jonas. Applicando un tipo di comunicazione persuasiva, Jonas non solo riesce a dissuadere un poliziotto dal fare una multa, ma addirittura lo convince a fare un’offerta per la sua causa.
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Come trasformare la negatività in creatività
Sappiamo da molta letteratura e anche dalle nostre esperienze di vita che è bene evitare gli stati d’animo negativi, per esempio la malinconia, la tristezza, il senso di inadeguatezza e la rabbia.
Siamo abituati a temere e ad allontanare questo tipo di emozioni e dopotutto questo è un buon consiglio. Nessuno si augura di permanere in questo tipo di stati d’animo, perché spiacevoli e capaci di tenerci lontani dalle gioie piccole e grandi della vita. Quello che però voglio dirti, in questa occasione, è che ci sono delle ragioni scientifiche che inducono a riconsiderare le possibilità creative di tali emozioni.
In pratica, queste dinamiche negative del nostro essere possono stimolare alcune aree del cervello che hanno a che fare con la creatività, il problem solving e l’attenzione prolungata verso la soluzione di un problema. Insomma queste emozioni, insieme ai nostri talenti, possono far scattare soluzioni creative che risolvono lo stato negativo.
Chi è sempre in ottima forma emotiva tende ad un flusso più libero dei pensieri mentre chi è alle prese con frustrazioni di vario tipo è probabile che concentri le sue energie per superarle.
Gli studi di vari psicologi americani dimostrano che anche gli umori positivi ottengono risultati nell’ambito del problem solving ma che i risultati degli umori negativi siano capaci di andare maggiormente in profondità. Più precisamente gli stati positivi ed energici producono un pensiero largo ma poco profondo mentre quelli negativi producono visioni più ristrette ma anche più profonde.
Gli studiosi affermano che è probabile che il cattivo umore sia maggiormente collegato all’introspezione e quindi di conseguenza alla creatività.
Nessuno vuole suggeriti con questi studi che è meglio essere depressi o arrabbiati. Il punto è che in queste occasioni bisognerebbe evitare di essere passivi e scegliere un’attività che stimoli la creazione di idee, per esempio la scrittura, il lavoro di approfondimento e anche l’esercizio.
E’ questa allora la chiave del successo, non lasciare che rabbia, tristezza e frustrazione ci inghiottano in un vortice di passività e di autocommiserazione. Andare invece esattamente nella direzione opposta quella dell’auto espressione e della creatività: trovare soluzioni profonde partendo proprio dal punto in cui si è. Per esempio, cominciare mettendo per iscritto lo stato motivo nel quale si è immersi, descrivere l’angoscia e poi viaggiare verso la ricerca di soluzioni e possibili strade da seguire.
Proviamo adesso a fare una lista dei passaggi necessari a uscire dai momenti di crisi.
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Come stabilire il TUO giusto prezzo
Il prezzo è un aspetto molto importante nell’ambito della comunicazione per la vendita, oltre a essere la base naturalmente dei tuoi ricavi e i dei tuoi guadagni netti.
Diciamo subito che non esiste una regola uguale per tutti, per stabilire il prezzo. Ogni settore, prodotto o servizio ha le sue modalità di costruire il prezzo finale.
Nel caso di un prodotto, il prezzo è il risultato di una serie di elementi, tra cui: il costo delle materie prime, la mano d’opera, l’ammortamento dei macchinari, il trasporto e il tuo tempo per creare il prodotto.
Nel caso di un servizio, il calcolo è un po’ più soggettivo e ci sarebbero anche più elementi da considerare. Generalmente, si procede calcolando un costo orario. Però questa procedura ha delle controindicazioni, perché limita le possibilità di guadagno per un professionista, dati il numero limitato di ore che può lavorare e il numero complessivo di clienti che in quell’arco di tempo può servire.
Inoltre, c’è da dire che il tuo cliente potenziale non ha nessun riferimento con cui confrontare il numero di ore che gli preventivi per la realizzazione del lavoro. Perché per un certo lavoro ci vogliono 24 ore di lavoro e non 12? E’ un po’ questa la questione che si pone quando chiedi di farti pagare a orario. Il cliente ha un elemento di dubbio e incertezza in più.
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